di Mira Carpineta
Anticipando di qualche giorno le sue visite nella nostra regione, programmate per il 28 agosto a Tagliacozzo e il 6 settembre a Pescara abbiamo raggiunto telefonicamente l’On.le Fassina per un’intervista sul progetto politico che lo vede protagonista, il movimento Futuro a Sinistra, nato dall’abbandono del PD dei tanti che, come lui, vedono nel fallimento del liberismo estremo, anche il fallimento delle politiche anticrisi europee.
L’intervista apparirà, nella versione integrale, nel prossimo numero di PrimaPagina in distribuzione dal 15 settembre.
Ne anticipiamo uno stralcio, nella parte che riguarda la contrastata visita lampo del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi all’Aquila, del 25 agosto, che si è conclusa con un bilancio di 3 feriti tra dimostranti e forze dell’ordine.
Le contestazioni riguardavano soprattutto le trivellazioni in Adriatico e la ricostruzione aquilana e sono state così forti da costringere il premier ad un cambio di programma e ad una uscita di scena “dalla porta di servizio”. L’Abruzzo inoltre fa parte di quel Mezzogiorno che lo Svimez ha drammaticamente fotografato nel suo ultimo rapporto.
Cosa ne pensa l’On.le Fassina? “C’è uno scarto sempre più evidente tra il conformismo mediatico che accoglie in modo trionfalistico qualunque parola del Presidente del Consiglio e le persone, in carne e ossa, che oggi vivono situazioni di grande difficoltà, non mitigate dalle slides illustrate a Palazzo Chigi. In merito alla questione delle trivellazioni in Adriatico, nello Sblocca Italia si è negato in modo scandaloso le richieste e la serietà delle posizioni di tanti cittadini italiani , movimenti e associazioni, contrari alle trivellazioni e quindi di fronte a questa indisponibilità al dialogo è inevitabile che ci siano delle proteste come quelle verificatesi all’Aquila, dove la realtà fa inevitabilmente irruzione nel mondo mediatico da “mulino bianco” che il presidente del Consiglio alimenta”.
Abbiamo una città capoluogo,l’Aquila, ancora da ricostruire dopo 6 anni da un sisma devastante e una regione economicamente depressa. Nella nostra provincia, Teramo, la percentuale di aziende in procedure fallimentari è da brividi. D’altra parte abbiamo un presidente di regione di sinistra, ma che non sembra aver ancora attivato nessun genere di cantiere. In cosa consiste il programma economico del suo progetto politico per il territorio? Va preso atto che i dati sulle difficoltà italiane sono drammatici e che non sono dovuti a fattori culturali. Le priorità vanno affrontate con interventi seri e profondi. Sia dal lato degli investimenti che dell’intervento pubblico, anche con l’introduzione di meccanismi per la sostituzione delle amministrazioni locali quando non sono in grado di portare avanti i progetti fondamentali per lo sviluppo dei territori., A partire dalla prossima Legge di Stabilità, che affronteremo da ottobre in Parlamento, per noi la priorità è far partire gli investimenti. Allentare il patto di stabilità interno che soffoca i Comuni e fare in modo che vi siano le risorse per piccole opere, quelle immediatamente cantierabili che possano far ripartire l’edilizia, oggi in condizioni comatose. E che consentano alle imprese artigiane del territorio di ripartire. La nostra priorità è quindi dare risposte per alleviare la condizione del Mezzogiorno di cui l’Abruzzo è parte. Un agenda diversa da quella del Presidente del Consiglio, che ancora ieri prometteva di eliminare la TASI a tutti. Va eliminata per le famiglie a reddito medio e basso, ma chi è in condizioni di reddito elevato deve continuare a pagare perché le risorse servono per affrontare la piaga sempre più ampia della povertà. Sarebbe davvero immorale se un Governo si presentasse in Parlamento con una legge di stabilità che toglie la Tasi a chi ha un attico in centro a Roma e non da 1 euro a circa 1.600.000 bambini che vivono in nuclei familiari poveri. Le priorità quindi sono lo sviluppo degli investimenti e il contrasto alla povertà. Un agenda radicalmente alternativa a quella di un Governo che è, sempre più evidente, un agenda liberista attenta agli interessi dei più forti, che poi comprano le pagine dei giornali per fare le lodi del presidente del consiglio perché in effetti tutela in modo egregio i loro interessi, ma non quelli di chi lavora, delle piccole imprese , dei disoccupati…
Per l’intervista completa si rimanda al numero di settembre di Prima Pagina dove l’Onorevole Stefano Fassina spiega i contenuti del nuovo progetto politico di cui è promotore, Futuro a Sinistra, le priorità e i programmi.
Da Tsipras a Renzi, da Syriza al PD, la crisi della Famiglia Socialista Europea e i possibili scenari secondo l’ex Viceministro all’Economia del Governo Letta, per il quale la soluzione sta nel recupero di alcuni valori fondamentali, quali la giustizia sociale, l’uguaglianza, il contrasto alla povertà e l’attenzione all’ambiente. Valori da attualizzare alle mutate condizioni economiche e sociali che da sempre appartengono alla cultura della Sinistra, ma oggi non più rappresentati in Parlamento.