La Caritas non è un’associazione, un gruppo di volontariato, un’agenzia di formazione, un’organizzazione di solo intervento durante le emergenze di carattere Nazionale e Internazionale (alluvioni, terremoti, guerre…). E’ uno strumento complesso, vivo, attivo, a servizio della vita stessa della Chiesa e del
mondo. Partendo dai problemi e dalle sofferenze delle persone aiuta tutta la comunità ecclesiale e civile a costruire delle risposte di solidarietà nella dimensione della partecipazione e della corresponsabilità. Nell’Art. 1 del suo Statuto si legge, infatti: ” La Caritas Diocesana è l’organismo pastorale costituito dal Vescovo al fi ne di promuovere, anche in collaborazione con altri organismi, secondi i criteri indicati dalla Caritas Italiana, la formazione e la testimonianza della carità evangelica della comunità ecclesiale diocesana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione ai più bisognosi.” La Caritas Diocesana di Teramo Atri è nata nell’anno pastorale 1974-1975 con la nomina a direttore della medesima del sac. Ivo Di Ottavio da parte del vescovo mons. Abele Conigli. All’inizio il lavoro di Caritas diocesana consisteva nell’inviare lettere circolari ai parroci della diocesi per invitarli a istituire le caritas parrocchiali, celebrare l’avvento di fraternità e la quaresima di carità, utilizzandone i sussidi, e a coordinare la raccolta di offerte in aiuto alle popolazioni colpite da disastri di origini naturali o belliche, sia in Italia sia all’estero. All’inizio degli anni ’90 il vescovo mons. Antonio Nuzzi consegnò alla caritas diocesana la sede attuale in via Veneto, 11 a Teramo, composta dai vari locali, nei quali si attivarono le iniziative di: mensa per i poveri, spazi per approvvigionare viveri da distribuire ai poveri, guardaroba per indumenti, un salone per incontri, uffici per centro d’ascolto. Il centro d’ascolto è il luogo privilegiato in cui s’intessono relazioni con gli altri… Luogo in cui i meno fortunati, poveri, bisognosi diventano maestri e pulpito del parlare e dell’agire di ogni caritas. Il suo “fare” prevalente è l’ascolto, cuore della relazione di aiuto, dove chi ascolta e chi è ascoltato sono coinvolti, con ruoli diversi, in un progetto che, ricercando le soluzioni più adeguate, punta a un processo di liberazione della persona dal bisogno. Tutto ciò comporta la necessità di una formazione permanente di coloro (volontari e collaboratori) che operano all’interno, nella piena consapevolezza che la vita e l’incontro con l’altro ci provocano continuamente a un cammino di crescita, di purifi cazione e di conversione che non avrà mai fine.