Tra le misure adottate dalla Banca Centrale Europea per contrastare la crisi determinante è stato il provvedimento con il quale Il 29 febbraio 2012 la BCE ha assegnato 529 miliardi di euro e mezzo agli istituti finanziari.
Una quantità davvero notevole di denaro da restituire nei tre anni successivi ad un tasso dell’1%.
Come sono stati utilizzati questi soldi? Sono serviti a rimettere in sesto le fi nanze dei paesi in crisi? E le imprese?
Abbiamo cercato di capire come funzionano i flussi di denaro in Europa e i collegamenti e le funzioni dei vari istituti. Un viaggio che ci possa aiutare capire anche linguaggi e sigle di uso ormai comune ma a volte di oscuro signifi cato. E così scopriamo che sono le banche stesse a dover fare richiesta di questi fondi e di solito lo fanno in relazione ai loro bilanci. Le banche comprano denaro al tasso dell’1% dalla BCE e generalmente scelgono di reinvestirlo in btp
o titoli di stato da rendimenti più elevati, per garantirsi un ritorno. A volte gli stessi fondi sono utilizzati per coprire prestiti a scadenza delle banche stesse. Le banche in base al proprio bilancio, e alle erogazioni fatte (molte in default) sono tenute infatti ad accantonare moneta liquida certa, per passare i controlli Consob e di vigilanza. Quindi le esigenze delle banche prima delle esigenze delle imprese. Un quinto di questi capitali è stato richiesto dalle banche italiane per complessivi 50 miliardi di euro ( Financial Times ) con i quali hanno già coperto il 90% del loro fabbisogno fi nanziario totale. Fra le banche italiane più ‘dipendenti’ dalla Bce c’è UniCredit che ha preso 12,5
miliardi di euro; Intesa Sanpaolo con 12 miliardi e Monte dei Paschi di Siena con 10 miliardi, che hanno usato in parte per acquistare titoli statali. insomma: gli istituti di credito europei hanno bisogno di liquidità e ricevono il prestito dalla Bce, grazie al quale comprano titoli statali che poi però consegneranno nuovamente alla Bce quando avranno bisogno di altri soldi.
Le banche quindi, per avere il prestito, si indebitano con l’istituto di Draghi ad un tasso dell’1% per acquistare
titoli che valgono molto di più, avendo così un utile pulito. E le famiglie e le imprese? Altro che spinta al credito.
I miliardi della Bce di Mario Draghi non sembrano aver sortito l’intento di far ripartire l’economia reale, ma hanno aiutato esclusivamente quella bancaria. Infatti, la lieve ripresa dei prestiti bancari rimane in territorio negativo. E a confermare questi timori interviene la Banca d’Italia secondo cui gli istituti di credito nazionali stanno ancora facendo il pieno di titoli di stato il cui valore nei portafogli è salito a 414 miliardi di euro contro i 395 di settembre 2014 (di cui la 286 miliardi di Btp). Con l’ef etto che i soldi sono andati a sostenere il debito pubblico invece che
l’economia reale. Per i prestiti alle imprese sono stati utilizzati infatti solo 8 miliardi di euro.
Cerchiamo allora di capire cos’è e come funziona “ la fi liera” del denaro, dalla Bce alle banche di casa nostra, andando alla ricerca delle voci di bilancio che riguardano gli “arrivi” e le “partenze” di questi misteriosi fondi…