12/02/2011 – Incontro tra il Vescovo della Diocesi ed il sindaco di Alba Adriatica con l’amministrazione. Dopo la “Giornata Mondiale del Malato” di venerdì, celebrata nel Santuario Maria SS dello Splendore di Giulianova Paese, dove il Vescovo della Diocesi di Teramo-Atri ha ricordato come la ricorrenza voluta da Giovanni Paolo II sia un momento nel quale onorare i malati che vivono con Fede il mistero della sofferenza condividendo la croce
di Cristo, la Visita Pastorale oggi, sabato 12 febbraio 2011, è entrata nel palazzo del Municipio di Alba Adriatica dove S.E. Mons. Michele Seccia, accompagnato dai parroci don Iolando De Berardinis, don Ezio Mascella ed il vicario parrocchiale don Ruggero Gallo, ha incontrato il sindaco Franchino Giovannelli assieme a tutto il Consiglio comunale. “Come lei ha detto ai bambini delle scuole, è importante capire la differenza tra ciò che è bene e ciò che ci piace, questo sia di insegnamento anche a noi adulti e ci auguriamo che la sua visita serva per destare gli animi sopiti”, ha dichiarato il Presidente del Consiglio comunale Alessandra Ciccarelli che ha dato il benvenuto al Vescovo prima del saluto del sindaco Giovannelli che ha presentato Alba Adriatica come una città giovane, vivace, laboriosa ed accogliente con le stesse difficoltà delle altre città del mondo, cioè con giovani dal futuro incerto ed una decadenza di valori morali, oltre al disamoramento generale nei confronti di una politica che nel tempo si è contraddistinta per rapporti clientelari. “I cittadini vogliono sentirsi persone e non clienti, per questo noi crediamo nella meritocrazia e vediamo come centro della nostra politica le donne, i bambini ed i disabili”, ha dichiarato il primo cittadino di Alba Adriatica che ha chiesto le preghiere del Vescovo per la sua comunità per la quale sogna pace ed armonia senza egoismi, dove la tolleranza del prossimo e la vicinanza alle esigenze sia un modello di vita. “Parrocchie ed Istituzioni devono avere la stessa meta, il bene comune, per questo è importante non solo fare riferimento ai numeri ma soprattutto all’etica, non come moralismo ma come rispetto della persona e quindi del cittadino”, ha affermato Mons. Seccia ricordando le parole di Benedetto XVI che, riflettendo in Inghilterra sulla crisi finanziaria, sottolineava come questa fosse arrivata da paesi democratici e non teocratici segnandone quindi il fallimento e facendo vivere un periodo ispirato ad “homo homini lupis”, nel quale sembra valere la locuzione latina “mors tua vita mea” ripreso anche nel pensiero del Ministro Tremonti che si chiedeva se, facendo di tutto per salvare le banche, non si sia salvato proprio chi aveva creato la crisi. “La politica è la cosa più alta della carità, diceva Paolo VI, e la carità è guardare nell’altro la cosa più alta”, ha dichiarato il Vescovo augurando agli albensi di gettarsi alle spalle tutte le situazioni negative trascorse per ricostruire una convivenza sociale nel rispetto della legalità, sfruttando il rapporto con le comunità Coinesi, Rom e di altri paesi presenti, per un confronto in un clima che non sia strumentale, “superiamo i luoghi comuni ed anche l’evidenza e tendiamo la mano”.