E sta città che nun la smove niente
mentre te ne vai in bici, nun s’è accorta
che quell’odore forte che se sente
nun è solo monnezza: è lei che è morta.
(Marazico – Ottobre 2015)
E anche stavolta la patria è salva. Via Marino, finalmente, tutto si risolverà.
Ci vorrebbe un corso di Laurea o un dottorato di Ricerca per spiegare il PD pensiero.
Un Partito che è il primo nemico di se stesso. Che puntualmente “fa fuori” i propri eletti e forse il punto è proprio questo. Da Prodi a Marino, le decisioni degli elettori vengono abolite dai compagni di partito. E forse il successo di Renzi e il suo rimanere “in sella” dipende dal fatto che NON è stato eletto. Un partito che fa una feroce opposizione a se stesso, ai suoi rappresentanti nelle istituzioni , e non ne fa alcuna quando deve per ruolo.
A Teramo la sindrome del PD trova la sua naturale collocazione in Comune, dove da decenni le opposizioni si spartiscono il peso del governo con la maggioranza, in una pseudo alternanza di democristiana memoria. D’altra parte siamo figli ( e nipoti e pronipoti) di quella DC che a Teramo aveva radici così profonde che neanche la xilella riuscirebbe a far seccare.
Puntualmente poi arriva qualche nuovo messia a profetizzare cambiamenti lanciando qualche strale ad uso elettorale, poi si accomoda sugli scranni e dagli urli di piazza e le promesse di aria nuova passa a qualche post sul web, qualche commento sarcastico, qualche finta protesta e tanti saluti agli emendamenti .
Tutti insieme più o meno appassionatamente cercando di far passare i cinque anni canonici e se nel frattempo TERAMO va …A MORTE, amen! Se non interessa ai teramani avere una città viva che ci può fare la politica? Tanto la colpa è sempre di chi c’era prima.
di Mira Carpineta – Ott 2015