Nel suo senso più nobile, la politica dovrebbe essere intesa come l’amministrazione della cosa pubblica per il bene di tutti.
Qualcuno viene votato da i cittadini con il compito e la responsabilità di diventare nostro portavoce, di prendere le decisioni collettivamente giuste, di mantenere le promesse anche quando è difficile farlo.
In Abruzzo la questione Ombrina Mare mostra che siamo lontani anni-luce da questo obiettivo. Prima di essere eletto, Luciano D’Alfonso ha più volte ricordato di essere contro “i ferri” e gli “ufo petroliferi” nel mare, “perché io alle bellezze dell’Abruzzo non rinuncio”.
Nel 2013 si era presentato alla manifestazione contro il petrolio a Pescara ed aveva promesso che avrebbe usato “ogni strumento politico e istituzionale” per dire no a Ombrina presso gli uffici di Roma.
Io credo che Luciano D’Alfonso sia stato eletto governatore d’Abruzzo anche grazie a quelle promesse. È passato poco più da un anno da allora ed è come se quelle rassicurazioni le avesse fatte un altra persona. Il governo centrale ha approvato Ombrina senza che la regione Abruzzo di Luciano D’Alfonso facesse granchè.
Una volta pubblicato il decreto che approvava Ombrina, Luciano D’Alfonso non ha avuto grandi reazioni, ne di denuncia, ne di stupore ne di affetto per “le bellezze d’Abruzzo”. Non ha scritto lettere alla stampa, non e’ andato in televisione ad esprimere i suoi sentimenti o a guidare la cittadinanza sul da farsi. Alle manifestazioni del 2015 D’Alfonso non partecipa. Le parole Ombrina ed ufo non compaiono più nei suoi discorsi.
Il giorno in cui avrebbe dovuto incontrare vari esperti a Pescara, me inclusa, il 29 Luglio 2015, non si presenta, impegnato in una inaspettata “vacanza da 96 ore” e mandando un SMS di saluti. Arriva Matteo Renzi in Abruzzo ai primi di settembre e non è dato sapere se di Ombrina abbiano parlato, o cosa si siano detti in proposito.
Non è accettabile tutto questo in una democrazia vera, adulta, matura. E questo perchè il petrolio è uno dei temi di maggior preoccupazione in Abruzzo, e perché tutto l’Abruzzo civile si è espresso contro Ombrina, dai centri sociali fino alla Chiesa cattolica come testimoniano il proliferare di eventi no-petrolio. È evidente a qualsiasi persona disinteressata che Ombrina (e tutti gli altri pozzi che seguiranno) non potranno portare niente di buono a questa regione. Lo sanno tutti.
Ed è per questo che il comportamento di Luciano D’Alfonso, secondo me, è uno schiaffo alla democrazia. Lui che dovrebbe incarnare il sentimento pubblico, scappa e si nasconde. E quindi, malgrado la prosopopea, nella pratica Luciano D’Alfonso si è rimangiato la parola . Nella pratica non sta facendo il bene dell’Abruzzo. Nella pratica è un venditore di fumo. Non posso sapere cosa abbia portato Luciano D’Alfonso ad un cosi repentino cambio di idee. Posso solo immaginare tutti i giochi lobbistici e di potere che ci sono dietro, che di nobile non hanno niente e di fronte ai quali occorre essere degli statisti veri. E questo mostra ancora una volta che prima ancora che l’ambiente, il petrolio distrugge la democrazia. Che fare adesso? In molti hanno votato Luciano D’Alfonso. Non e’ una cosa di cui vergognarsi. E’ bravo a parlare. Occorre però che l’elettorato faccia sentire al proprio governatore che cosi non si va avanti. Occorre che Luciano D’Alfonso capisca che cosi facendo al prossimo giro perderà voti perchè ha perso la fiducia della gente. Credo che sia l’unica arma che abbiamo: fargli venire paura di perdere la poltrona. Se la politica e’ fare il bene comune, la democrazia che la esprime può funzionare solo se dietro ci sono uomini e donne consci dei propri diritti, sinceramente innamorati di quel bene comune.
di Maria Rita D’Orsogna