di Carlo Di Marco – Professore di Diritto Pubblico, Università degli studi di Teramo
Limpidezza della partecipazione e contraddizioni dei partiti: Giulianova, ancora, docet.
Ci capita raramente di intessere le lodi di un politico o di un partito o di una maggioranza o minoranza di governo, orientati come siamo ad ascoltare esclusivamente la voce del sovrano che nel nostro costituzionalismo, come tutti sanno (o dovrebbero sapere…), è il popolo. Ma la relazione del Sindaco Mastromauro, ieri in Consiglio comunale, particolarmente nei passi in cui si è assunto la responsabilità, scusandosene, di non aver ascoltato i cittadini prima di avviare l’iter decisionale relativo alla destinazione della nuova sede della Compagnia dei carabinieri, ci ha particolarmente toccati.
Si è ripetuto il fenomeno positivo che avevamo già segnalato: di fronte alla voluntas dei cittadini si può (si deve) tornare indietro se essa è disattesa. E il Sindaco di Giulianova lo ha fatto. Bravo Sindaco! E’ questa una dimostrazione di come la politica può anche auto-criticarsi per migliorare. Specie se questo avviene a seguito della valorizzazione del ruolo attivo dei cittadini. A Giulianova questo è accaduto per via dei risultati del Forum dei cittadini, peraltro esso stesso convocato dal Sindaco, svoltosi nei giorni 6 e 7 novembre scorsi.
E lasciamo correre il velato “rimprovero” a noi rivolto secondo cui a quel Forum erano presenti pochi cittadini. Dico solamente (e lo dico ai “floppari” di ogni tipo) che la nostra Costituzione non contiene numeri “minimi” per la democrazia. Questi furono posti, invece, dalle leggi fasciste per vietare assembramenti di più di tre persone. Forse per i fascisti la democrazia comincia da tre. Per i nostri Costituenti, invece, la democrazia comincia da due, ma in senso contrario ai motivi del fascismo. Quando due, venti, duecento, duemila cittadini discutono e propongono, criticano e si ascoltano, questo fenomeno per la nostra Costituzione, a prescindere, si chiama “partecipazione”. Per altri, invece, quasi sempre si chiama “flop”, specie se il fenomeno non si orienta come vorrebbero loro.
Detto questo, proprio in virtù dell’alta considerazione che abbiamo del fenomeno partecipativo che a Giulianova si svolge ormai da alcuni anni, ci sembra opportuna un’altra riflessione. Dopo l’autocritica del Sindaco (importante e qualificante, come abbiam detto), la sua positività è stata espressa anche da forze politiche che in questi anni si sono opposte strenuamente al fenomeno partecipativo giuliese, con apprezzamenti e azioni molto squalificati. Per scoraggiarlo e sabotarlo, infatti, esse si opposero all’approvazione del regolamento per la partecipazione popolare; all’avvio delle assemblee di base nel lontano 2011-2012 parlarono ripetutamente di “flop”, ma rimasero a bocca aperta quando, nel luglio 2013, l’8% dell’elettorato diede vita ai Comitati di Quartiere; poi denigrarono dicendo che l’8% sarebbe poco – ci risiamo! Perché quanti dovevano essere? Ci sono forze politiche in Consiglio comunale che questa percentuale se la sognano –; fecero candidare soggetti senza scrupoli con l’unico obiettivo di farli saltare (riuscendoci in parte); tentarono il sabotaggio del Sondaggio deliberativo nel 2012 perché 32 persone che discutono, studiano e poi danno un parere al Consiglio comunale non sarebbero rappresentativi, sarebbero suggestionati da “imbonitori” e sarebbero “pellegrini”; attaccarono personalmente noi e la nostra associazione perché saremmo stati emissari del Sindaco; chiesero lo scioglimento del Comitato di Quartiere del lido perché sarebbe illegittimo in quanto liberamente organizzatosi a prescindere dal regolamento comunale, quasi che in Italia i regolamenti prevalessero sulla Costituzione (ma non sappiamo se l’abbiano mai letta..). E potremmo andare avanti a suon di stupidità di ogni tipo.
Bene, una domanda l’abbiamo già fatta, ma la ripetiamo perché è strettamente legata a quella successiva che non potevamo formulare prima del Consiglio comunale di ieri. Dunque, le domande sono due:
a) i 29 componenti dei tavoli di lavoro che hanno votato al Forum sono “non rappresentativi”, soggetti all’influenza di “imbonitori” e “pellegrini” oppure no?
b) Se non sono “non rappresentativi”, né soggetti all’influenza di “imbonitori”, né “pellegrini” (forse perché questa volta si sono espressi nella sostanza come avrebbero voluto loro), non sarebbe opportuno che queste forze politiche, in uno slancio autocritico che il Sindaco non ha esitato a dimostrare apertamente in Consiglio comunale, chiedessero scusa al fenomeno partecipativo giuliese, ai cittadini tutti e ai volontari facilitatori che non “imboniscono” nulla né sono emissari di nessuno se non della propria voglia di democrazia?
Non sono due domande difficili, ma ci aspettiamo nessuna risposta, tale è la boria della vecchia politica. Se poi, su queste due domande così semplici qualcuno volesse aprire un dibattito serio e disteso saremo felici di ricrederci, noi siamo qui.