Questo il motto che ha spinto l’Amatori Rugby Teramo a voler raccontare il proprio sport con gli occhi di una mamma d’eccezione.
Gina di Benedetto, madre del teramano Marco Riccioni, pilone destro del Calvisano Rugby e della Nazionale Under 20 di Alessandro Troncon, ha messo a disposizione la sua esperienza fuori dal campo, per rappresentare il difficile punto di vista di un genitore che segue i propri figli nella realizzazione del sogno sportivo.
“Non è per nulla semplice fare ciò che mi è stato chiesto, sono onorata, emozionata, felice e anche spaventata di mettere a disposizione la mia esperienza di mamma di un giocatore di rugby…per essere più precisa di due giocatori di rugby !!
Le avventure iniziano sempre per puro caso, qualcuno dice che è il destino, ma a me piace pensare che sia solo una questione di scelte e di fortuna, questa nella vita è fondamentale.
Incontrai un vecchio amico che mi raccontò delle sue appassionanti e avvincenti avventure nel rugby, ne fui affascinata così proposi a Marco di provare. Aveva 9 anni, un nano alla ricerca continua della sua attività sportiva pomeridiana, sempre insoddisfatto nonostante praticasse già lo sci, il nuoto, il triathlon e il calcio. Iniziai la ricerca di un’associazione sportiva, giro veloce sul web…ed ecco “Teramo Rugby” voilà era fatta: iscrissi Simone e Marco.
Da lì a poco entrambi i miei ragazzi giocavano nel mini rugby, ricordo ancora freddo, neve, pioggia o vento all’interno del campo scuola. La prima nota positiva che notai da subito fu che al termine delle attività erano talmente stanchi che a casa non litigavano più, grande traguardo!!!
Aumentò anche l’appetito, nonostante non fosse mai mancato, così diventai la mamma più felice del mondo.
Oggi Simone frequenta il secondo anno della facoltà di legge presso la Luiss a Roma, questa è stata la sua scelta di vita, nel frattempo gioca a rugby con la squadra dell’università.
Marco frequenta l’ultimo anno di liceo scientifico scienze applicate, si trova a Calvisano e gioca con il Calvisano Rugby; questa è stata la sua scelta.
Come mamma posso raccontarvi una bella storia commovente, piena di emozioni e grandi soddisfazioni perché lo è, ma allo stesso tempo una vita faticosa e dura, anni e anni passati ad accompagnare i ragazzi agli allenamenti, ai raggruppamenti, alle partite … chilometri e chilometri di strada, lavoro, casa, figli e rugby…insomma una vita colma d’impegni.
Nonostante il mio lavoro autonomo in una località turistica dove sai quando inizi e non sai quando finisci, ho fatto di tutto sia per non fargli mai mancare nulla, sia per essere sempre presente!!!
Marco per inseguire il suo sogno si è allontanato presto da casa, a soli 14 anni; dopo un lungo periodo passato sul pullman Teramo-L’Aquila, per seguire con più partecipazione e assiduità agli allenamenti, si trasferì in convitto nel capoluogo aquilano.
Erano gli anni delle convocazioni per entrare in Accademia Federale.
Pensavo di alleviare i miei sforzi e i miei sacrifici nel sistemarlo più vicino alla squadra, invece fu esattamente l’opposto: l’A24 divenne la mia casa, avanti e indietro ogni volta, per ogni problema uno spostamento … dai Prati di Tivo non è stato semplice, ma uno sforzo enorme!!!!
In alcuni momenti mi guardo indietro e ancora non riesco a credere di avercela fatta.
Avete mai provato l’apnea per 80 minuti di gioco e sentirsi a 50 cm di altezza sui gradoni degli spalti di un campo, costantemente attenti al tempo di inizio e di fine, al quanto manca, al perchè non si rialza dopo uno scontro, alle gioie di quando si vince e partecipare in rigoroso silenzio, carico di energia, anche quando si perde e al fischio dell’arbitro alla fine della partita? E’ come se ogni fatica fosse finita.
Io mi sono sentita e mi sento così.
Per i figli ogni sacrificio è ben ripagato.
Al compimento dei 15 anni di Marco arrivò la convocazione per entrare in Accademia Federale a Roma, sempre più lontano, sacrifici sempre più grandi, sempre sull’ A24 a percorrere molti km in più. Com’è complicata la vita di un ragazzo quindicenne vissuta in modo diverso dagli altri suoi amici coetanei. Ripensamenti e scoraggiamenti ce ne sono stati e tanti, ma io sempre lì a ogni sintomo o problema …. una vita vissuta con grande forza di volontà e un coraggio ammirevole.
Quante volte mi sono sentita dire “io non faccio la vita degli altri”, quante volte ho pensato che forse una vita normale, come lui a volte auspicava, sarebbe stata la soluzione migliore.
Incoraggiare e sostenere un ragazzo che ha fatto questa scelta porta il genitore a una riflessione grande sul futuro e le difficoltà da affrontare; un futuro incerto comunque!!!
Nonostante tutto ho sempre assecondato il suo sogno, lo faccio ancora con grande umiltà e con una forte determinazione, passo dopo passo.
Per mia abitudine quando arrivo a un traguardo non penso al successo ma credo che da lì si debba ripartire per altri traguardi che saranno più impegnativi da raggiungere, ma tutto è possibile con l’impegno e la consapevolezza che saranno necessari enormi sacrifici per continuare, con la testa bassa a lavorare e con i piedi ben saldi a terra.
Esattamente come in una partita di rugby!!!!
Di regole del rugby ancora capisco poco, ma quello che ha rafforzato la mia vita e mi ha aiutato nella crescita dei ragazzi è quello che vedo con i miei occhi durante una partita: portare la palla ovale oltre la linea di meta tanto desiderata è come la vita di ogni giorno.
Grande senso di responsabilità, rispetto per l’avversario, spirito di sacrificio, gioco di squadra, altruismo, impegno, amicizia, coraggio, sostegno … questi sono i valori del rugby che più che far crescere grandi campioni ha come obiettivo di far crescere grandi uomini.
Un’ultima considerazione su una questione indispensabile nella crescita di uno sportivo, sono fondamentali lo studio e la scuola, questi vanno di pari passo perché oggi il rugby c’è, domani non si sa, perché la vita da giocatore finisce comunque in un’età giovane, sia pure 40 anni… quindi è indispensabile creare le condizioni per un’alternativa valida e costruttiva per un lavoro, per il futuro.
Ringrazio di avermi dato questa possibilità e spero di essere stata di aiuto anche se solo a una persona.
Un grazie grande va a miei figli per esserci sempre e per essere sempre i miei nani.
Auguro a miei figli e a tutti i giovani rugbisti una vita piena di soddisfazioni e dico a tutti quello che dico a Marco e Simone prima di ogni partita: Divertiti … Divertitevi sempre.
Una Mamma rugbista. Gina di Benedetto