La mozione di revoca del Presidente del Consiglio è stata bocciata, ma il mio obiettivo primario, ciò che mi ha dato la forza di rimanere in un simile consesso, anche nei momenti più neri, è stato raggiunto:
dimostrare che persino in solitudine, un comune cittadino come me, totalmente avulso dalla “politica”, dai condizionamenti, dai ricatti e dagli intrighi ad essa indissolubilmente connessi può “fare la differenza”;
che chi non ha nulla da difendere tranne i principi in cui crede, nulla da perdere e nulla da conquistare ha una libertà di azione ineguagliabile;
che esiste veramente un’alternativa alla politica mercantile a cui ci hanno abituato ed è quella che ogni cittadino potrebbe svolgere smettendola di delegare altri (troppo spesso indegni) al proprio posto.
Questa mozione, non a caso senza precedenti nella storia della Città, ha rotto tutti gli schemi e portato tutti allo scoperto in un redde rationem dove il RIDICOLO l’ha avuta vinta sulla innegabile tragicità degli eventi.
Come non ridere di un Milton Di Sabatino, che lo stucchevole servilismo e la sbandierata lealtà verso il Sindaco non sono stati sufficienti ad indurre a rassegnare quelle dimissioni che sole avrebbero potuto salvare quest’ultimo dalla pubblica disfatta;
Come non ridere di un Sindaco, indiscutibilmente messo alle corde, ma che ingloriosamente tronfio ha ostentato una ricompattata maggioranza resa tale solo grazie alle inconfessabili trattative che hanno avuto luogo durante l’illegittimo periodo dilatorio trascorso prima della discussione della mozione;
Come non ridere di un Pd, trascinato solo dall’adesione alla mozione dei Consiglieri Micheli e Sbraccia ad appoggiare un atto che lo esponeva senza garanzia alcuna di poter controllare ed indirizzare i prevedibili sconvolgimenti che ne sarebbero derivati, palesemente in difficoltà (il silenzio dell’ex candidato sindaco in Consiglio è stato emblematico) a dare un senso alla propria “scelta”.
E, dulcis in fundo, come non ridere della misera immagine che ha dato di sé il negletto consigliere Pomante che dopo aver definito una “porcata” la mozione (lui che di porcate se ne intende, come quella combinata sulla questione Te.Am-rifiuti) ed impudicamente difeso quello stesso Di Sabatino contro cui non più tre mesi fa voleva presentare, con me, un esposto al Prefetto, è rimasto a tu per tu con una maggioranza più che accogliente a presentare due ordini del giorno di rara belluinità, uno dei quali degno solo di un fanatico integralista, razzista e nazista…
Dunque è con grande risata che auguro a tutti i teramani un Buon Natale e delle Buone Feste all’insegna della meditazione.
Comunicato stampa
Consigliere Paola Cardelli