LA DEMOCRAZIA GLI ARROSTICINI E LA PORCHETTA

“Esportiamo democrazia”…..con le armi ed altri mezzi di coercizione, certo, ma esportiamo democrazia da sempre, probabilmente senza sapere qual è effettivamente il vero valore del nostro sistema democratico.

Il filosofo di Stagira, Aristotele, strutturava la sua attività secondo canoni scientifici di osservazione e confronto relativo a  tutto ciò che era presente e tangibile in natura: dalle piante alle specie animale, dagli archetipi umani fino alle organizzazioni istituzionali e sociali.

Nell’analizzare i vari modelli costituzionali presenti nelle varie città stato della Grecia Antica, Aristotele stesso non esprimeva mai giudizi di merito sulla bontà o meno delle organizzazioni sociali che, via via, si trovava ad analizzare: un modello democratico, nella sua accezione più negativa e corrotta e nella sua incapacità di rimuovere le diseguaglianze sostanziali tra  cittadini, non veniva affatto considerato migliore di una qualsiasi dittatura “illuminata” o di un’oligarchia efficiente.

Del resto, uno dei più ispirati Presidenti della nostra storia Repubblicana, Sandro Pertini, esprimendo la vera natura del suo essere repubblicano e socialista, non lesinava critiche ad una struttura democratica troppo spesso totalmente incapace di dare risposte concrete nel delicato ambito della giustizia sociale: “non vi può essere democrazia senza giustizia sociale …… cosa me ne faccio della libertà se non posso dar da mangiare a mio figlio?

La democrazia senza giustizia sociale, pertanto, non diventa altro che masturbazione: una gigantesca “pippa” collettiva che coinvolge la maggioranza della popolazione, addormentata e silente, nella sistematica recita di mantra indotti quali: “possiamo liberamente esprimere ogni nostra opinione” ( ma senza spingerci troppo oltre ), “viviamo in un sistema democratico” ( ma il nostro voto viene puntualmente sconfessato ), “siamo liberi” ( ma infelici, poiché ci costringono in uno stato di perenne precarietà economica e di serpeggiante ingiustizia ).

Preso atto, pertanto, che il modello occidentale è un sistema democratico “monco” dei valori che che la nostra carta costituzionale esprime nel corpo dell’art. 3 ( principio di eguaglianza sostanziale ) è evidente che nessuno al mondo sognerebbe mai di esportare tale sistema spinto da una reale convinzione di tipo etico.

E’ altrettanto evidente, del resto, che ciò che realmente imponiamo ( non “esportiamo” ) al resto del mondo è semplicemente il modello economico occidentale che necessita, costantemente, di nuovi mercati e consumatori quali elementi imprescindibili di un gigantesco sistema che poggia, tuttavia, su piedi d’argilla.

Imponiamo Mcdonald, Nike, Burger King, imponiamo grandi firme, la telefonia mobile, imponiamo consumismo, velocità, stress, crescita economica esasperata, imponiamo altrove l’atteggiamento tipico dell’uomo occidentale il quale, distratto dalle luminarie della società dell’apparire, è più disponibile ad accettare qualsiasi degradazione della propria libertà di scelta nonché maggiormente ossequioso rispetto a qualsiasi intervento normativo teso a favorire  banche, multinazionali, holding assicurative.

La democrazia –  e l’illusione sottesa al sistema democratico, di essere padroni del proprio destino – altro non è, pertanto, che un “cavallo di troia” necessario, al fine di imporre entro  mura altrui il modello consumistico e la ricca ed irraggiungibile alta borghesia che, “a cavallo” di tale modello, prolifera ed ingrassa.

Un concetto, in apparenza aggregativo, affascinante e pieno di gusto ( la democrazia ) viene utilizzato per promuovere un modello economico che, alla lunga, si rivela nocivo e pernicioso: più o meno ciò che avviene, in periodo elettorale nel nostro Paese ove, al fine di promuovere partiti politici altrettanto perniciosi, i potenziali elettori vengono “ingolositi” a mezzo di “feticci” altrettanto aggregativi, affascinanti e gustosi, quali arrosticini e porchetta.

Morale della favola: il mondo occidentale non esporta democrazia ma esporta, dal punto di vista morale, il collaudato sistema degli arrosticini e della porchetta, trasformando il famoso adagio “un panino per un voto” nella parola d’ordine “un’illusione di libertà per un nuovo consumatore”.

Il mondo occidentale esporta porchetta.

di Riccardo Panzone