Il nuovo codice della strada permette di commutare alcune pene detentive e pecuniarie con lavori di pubblica utilità non retribuiti. Questo si fa da tempo in molti altri Paesi. L’Italia è allineata solo adesso. La norma si applica di solito su soggetti sorpresi al volante con tasso alcolemico superiore al consentito,
che non abbiano causato un incidente. A Teramo e provincia l’unico ente che si è detto disponibile a fare ciò è il Comune di S.Omero. La convenzione con il Tribunale di Teramo è già attiva, sicché, di fronte al giudice monocratico, l’imputato potrà chiedere –per una sola volta- la commutazione della pena in lavori di pubblica attività. Per il Comune vibratiano tali impieghi si tradurranno in “servizi di affi ancamento ai vigili, servizio di assistenza all’uscita delle scuole, o durante il trasporto scuolabus e attività similari.”C’è però un’altra idea che questo ente pieno d’iniziativa non riesce ancora a far decollare: il progetto “deltaplano”, che punta alla realizzazione di una residenza per l’autonomia guidata destinata a ragazzi e ragazze dai 17 ai 21 anni in dimissione dalle Comunità educative per minori. Questi giovani vengono “ributtati” in società senza spesso un titolo di studio, un lavoro, o una famiglia che li supporti. E’ allora facile che optino per scorciatoie di devianza. E’ prevista, oltre alla costruzione di una casafamiglia, anche l’assunzione di alcune figure qualificate, nonché determinate attenzioni verso i ragazzi stessi: monitoraggio della casa –spesa, pulizia, cura di sé- una funzione formativo-lavorativa con inserimento nel mondo del lavoro ed anche un eventuale accompagnamento alla richiesta di ‘prosieguo amministrativo”. Il luogo è già pronto, un terreno vicino all’ospedale di S.Omero, di proprietà del comune. Cosa manca, allora? Il comune ha già in cassa € 385.000, ma ha chiesto alla Regione € 605.000 senza i quali non sarebbe possibilené la costruzione né la gestione della residenza. Per ora da L’Aquila tutto tace. Sicuramente il momento è diffi cile. Come se non bastasse la devastante crisi economica, ora è necessario gestire anche il postterremoto, ma è amaro constatare come, a fronte di continue richieste per fare beneficenza in altri continenti, ci si dimentichi di quello che bisogna fare in casa nostra.