Mons. Perego: l’assassinio di Padre Jacques non indebolisca la cultura dell’incontro

Il barbaro assassinio di padre Jacques Hamel, l’anziano sacerdote dell’arcidiocesi di Rouen, in Normandia, e il grave ferimento di un fedele  ad opera di giovani reclutati e plagiati dai terroristi dell’Isis scuote le coscienze di ognuno di noi. 

E’ un nuovo omicidio che colpisce un innocente, come tanti altri nel mondo, che rappresenta – agli occhi del terrorismo – un simbolo della civiltà occidentale. Mentre preghiamo il  Signore, ricco di misericordia, per il sacerdote ucciso e per il fedele ferito, siamo vicini al vescovo e al presbitero dell’ arcidiocesi di Rouen, alla Chiesa di Francia. 

 

Dobbiamo avere il coraggio di mantenere il nostro cuore libero dall’odio, ponendoci di fronte al nuovo martirio  in terra europea con la mente rivolta alle parole di Gesù: “Avete inteso che fu detto: ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a coloro che vi odiano e pregate per coloro che vi maltrattano e vi perseguitano” (Mt 5,43-44). Ogni cedimento alla cultura della vendetta, alla superficiale e pericolosa coniugazione tra terrorismo e islam, tra migrazione e terrorismo, genera paura, odio, conflittualità diffusa e indebolisce la cultura dell’incontro, la civiltà dell’amore, la sola che può dare un futuro all’Europa.

 

 

 

Mons. Gian Carlo Perego

Direttore Generale Fondazione Migrantes