Via Pannella è una delle arterie maggiormente vivide di Teramo, funge da “cerniera” tra due strade importanti come Viale Crispi e via Po e si trova ad ospitare tra le altre cose una chiesa, un’autoscuola, un Ufficio Postale e un’edicola, ovvero un flusso di persone costante
lungo tutto l’arco della giornata. Per rispondere alle esigenze degli abitanti del quartiere, da pochi mesi sotto i portici costeggianti l’edicola è sorta anche una lavanderia. Da qui che nasce la protesta: ” Quasi ogni giorno – ci spiega la proprietaria – troviamo ‘bisognini’ di cani di fronte ad una delle due entrate”. Il problema, ad un’analisi superfi ciale forse trascurabile, appare in tutta la sua serietà se si pensa che coinvolge l’attività di una lavanderia, che della pulizia ne fa il proprio signifi cato di vita. “Una volta ci ha chiamato una signora per lamentarsi della sporcizia. E’ una questione di correttezza: dato che noi non possiamo controllare chi porta i propri animali da compagnia a fare il giro proprio da queste parti, dovrebbero essere i padroni a munirsi di guanti e palette” peraltro obbligatorie. L’intervento del compagno della signora sottolinea un certo imbarazzo nella gestione dei problemi quotidiani, poiché “spesso abbiamo dovuto aspettare che quei ‘resti’ si essicassero per poterli rimuovere in qualche modo. Proprio pochi giorni fa è stato necessario l’intervento di due operai della Teramo Ambiente per sgrombrare l’ingresso”. Certo i problemi non finiscono qui. Quella del parcheggio selvaggio è infatti una piaga che infesta tutto il territorio teramano, e che si fa sentire anche in via Pannella, dove abitualmente le vetture in transito devono impegnarsi in un vero e proprio “slalom” tra automobili e motorini posteggiati in seconda o terza fi la. “In tutta la zona del parcheggio l’asfalto non esiste proprio e a volte capita che qualcuno lasci la macchina qui per due o tre giorni, togliendo spazio ad altri che ne avrebbero bisogno”. Le buche, ben visibili anche da lontano, sono per di più potenzialmente molto pericolose per i pedoni. “Quando piove e si mette il piede fuori dall’auto, non si sa mai cosa si può incontrare. Inoltre c’è sempre il rischio che qualcuno non faccia attenzione nello scendere dal marciapiede, rischiando di farsi male. In questo caso sarebbe il Comune a doverne rispondere, ma io dico che è meglio prevenire che curare”. Un intervento di restauro verrebbe giudicato probabilmente come ritardatario – rispetto alle segnalazioni degli abitanti – ma è pur sempre necessario, anche nel tentativo ridare fiducia anche a quei cittadini più smaliziati, come la proprietaria della lavanderia appunto: “Sembra che Teramo non si possa aggiustare più!”