Signor Di Battista,
condivido parecchie delle proposte da lei citate: sostegno alle piccole e medie imprese, lotta alla corruzione, contrasto del gioco d’azzardo, spostamento di risorse da grandi opere, spesso mangiatoie per loschi incastri di politica e malaffare, come il TAV, a opere più piccole e funzionali, poi riduzione degli stipendi dei politici, energie rinnovabili a discapito delle fonti fossili, ridurre le spese militari. Separare le banche di risparmio da quelle d’affari è una proposta ottima e coraggiosa.
Tuttavia, quando le viene chiesta la vostra posizione sulle migrazioni, lei risponde in una maniera che non so se trovo più becera, ignorante oppure opportunista:
“Bisogna trovare soluzione ai grandi focolai di crisi internazionali, senza ricorrere alle bombe. I profughi con diritto di asilo devono essere accolti in Europa e distribuiti uniformemente in tutti i paesi membri. Chi è privo di diritto d’asilo in questo momento storico deve essere espulso. Il termine espulsione non deve essere ricondotto alla destra, alla sinistra, o alla xenofobia”.
Signor Di Battista, è molto sensata la prima parte della sua risposta, fino alla parola “membri”; ma è quel “chi è privo del diritto d’asilo in questo momento storico deve essere espulso” mi manda in bestia! Perché?
Be’, perché con questa frase lei dimostra il netto confine che voi proponete: “benvenuto a chi è perseguitato nel proprio paese, e tornino a casa loro i migranti economici”. E io non sono d’accordo! Da una parte, seguendo il vostro principio, sarebbe lecito che venissero rimandati a casa tutti i migranti economici italiani che ogni anno vanno per esempio in Inghilterra, Germania, Francia e così via. Sono circa 100.000 ogni anno. Questo le sembrerebbe giusto?
Da un altro punto di vista, vogliamo sorvolare sul fatto che questi migranti economici sono persone che abbandonano la loro terra, famiglia, radici, per cercare di dare un futuro migliore a se stessi e ai loro cari, spesso rischiando la vita? Pensa che sia una decisione che si prende a cuor leggero?
E infine, signor Di Battista, vogliamo del tutto ignorare il debito storico che l’occidente ha nei confronti dei continenti extra-europei, Africa, Medio Oriente e Sud America, ovvero il fatto che il nostro benessere materiale, il fatto che abbiamo case e strade, industrie, infrastrutture, è in grande parte legato all’aver sfruttato sistematicamente per secoli le risorse degli altri continenti, prima risorse umane, con la schiavitù, poi con il colonialismo, e oggi con un neo-colonialismo fatto di grandi aziende occidentali che pompano risorse energetiche e minerarie a basso costo, sfruttando la corruzione e la mancanza di diritti umani nei paesi extraeuropei, per foraggiare la nostra vorace economia consumista?
Il compromesso che lei propone, tutto raccolto nella frase “chi è privo di diritto d’asilo in questo momento storico deve essere espulso”, non mi sembra quindi altro che una forma sofisticata di “aiutiamoli a casa loro”.
So bene che le migrazioni sono un punto dolente, che non è facile spiegare alla gente comune fenomeni complessi con radici storiche vecchie di molti secoli. Oggi, sull’immigrazione ci si vincono o ci si perdono le elezioni.
Ma qual è il senso profondo di fare politica, signor Di Battista? La ricerca del consenso, oppure seguire i propri ideali? E’ più importante andare al governo, o promuovere il progresso sociale e culturale?
Mattias Cocco