Ben prima che gli eventi sismici colpissero a morte l’entroterra Teramano, il nostro territorio soffriva già di malattie croniche quali lo spopolamento, la scarsa appetibilità economica, l’incapacità di attrarre investimenti anche a causa di un evidente gap a livello infrastrutturale.
Ben prima che gli eventi sismici colpissero a morte questo territorio, la giunta Regionale approvava il Masterplan 2016.
Che cos’è il Masterplan? Il Masterplan è un documento di indirizzo strategico teso ad individuare le tipologie e gli ambiti di intervento strutturale su tutto il territorio regionale.
Su un investimento complessivo, previsto per la Provincia di Teramo, di circa 200 milioni di euro, solo 6 milioni di euro sono destinati al potenziamento strutturale dell’area Gran Sasso (realizzazione pedemontana Campo Imperatore, Rigopiano, Castelli). Questo il dettaglio:
Val Vibrata 23 milioni di euro,
Costa Teramana 14 milioni di euro,
Teramo capoluogo 149 milioni di euro,
Val Fino 8 milioni di euro,
Area Gran Sasso 6 milioni di euro divisi equamente con la Provincia de L’Aquila.
E Montorio al Vomano, la porta del parco del Gran Sasso? La porta del parco non la caga nessuno nonostante una regressione economica da basso medioevo e una rete viaria ed infrastrutturale scomoda e precaria.
E la Valle Siciliana ( Tossicia, Isola, Colledara, Castel Castagna )? Nulla, salvo il piccolo investimento ( le “briciole sulla tovaglia” ) previsto per il territorio Castellano.
E l’area propriamente detta del “Gran Sasso” ( Pietracamela, Fano Adriano, Crognaleto ): a dispetto delle potenzialità turistiche di tutto il territorio a monte di Montorio al Vomano gli investimenti previsti per la zona sono messi a bilancio a “zero cent”.
A volte, anzi spesso, leggendo con occhio critico questi piani di investimento, che spesso passano “sotto traccia”, viene il sospetto che vi sia un disegno ben preciso degli enti istituzionali sovraordinati teso ad annientare l’entroterra.
Ma a chi conviene un abruzzo a due velocità?
Evidentemente a chi ha tutto l’interesse a tutelare le potenzialità economiche del proprio territorio e non quelle di territori altrui.
Del resto, per ottenere peso specifico in Regione, è da sempre necessario avere “santi in paradiso”: lo sottolinea anche il Presidente della Regione Luciano D’Alfonso quando, in un intervista del 10 giugno 2016, dichiara: “abbiamo dato tanti soldi a Teramo, nonostante non sia la nostra parte politica”: se è vera l’eccezione è vera anche la regola e, cioè, che per avere finanziamenti il “politichetto” locale, deve leccare il culo ai capi bastone regionali.
Il masterplan 2016 venne presentato a Teramo, lo scorso giugno, dal Presidente D’Alfonso ed è doveroso dire, ad onor del vero, che tanti sindaci del nostro territorio, con la schiena dritta, hanno scelto di non presenziare all’ennesima farsa istituzionale. Altri “politici pieghevoli” di zona hanno, invece, scelto di partecipare, tanto per dare atto di esserci, per affermare “io esisto….io ci sono” e per portare a casa un selfie ricordo con il Presidente della Giunta regionale.
Questo articolo è dedicato proprio ai politici pieghevoli di zona: nonostante la presenza, nonostante i selfie ricordo e le pacche sulle spalle sappiate che, in fondo in fondo, non contate una mazza… siete solo dei “RAS di quartiere”, buoni in periodo elettorale quali raccoglitori di voti, a cui lontano delle elezioni altro non spetta che una foto ricordo, da conservare “orgogliosamente” in salotto.
Firmato Riccardo Panzone