Liquido come l’amore (postmoderno)

 

[…] E dunque non si può imparare ad amare; così come non si può imparare a morire. Né si può imparare l’elusiva -inesistente, per quanto ardentemente desiderata- arte di non rimanere impigliati nell’amore e nella morte “.

 

 

In poche righe Zygmunt Bauman, uno dei più noti ed influenti pensatori della contemporaneità, docente universitario a Leeds e a Varsavia, introduce i lettori all’idea di amore postmoderno espressa nel suo saggio Amore Liquido: un sentimento intimamente legato alla morte, quella metaforica, che si sperimenta nella sofferenza e nella sensazione di instabilità che i legami affettivi attuali arrecano. Viviamo oggi in una società i cui protagonisti hanno abbandonato le certezze delle unioni indissolubili. Uomini e donne desiderano instaurare relazioni, vorrebbero una mano alla quale aggrapparsi nel momento del bisogno, ma allo stesso tempo temono di restare prigionieri di rapporti definitivi, perché sono certi che l’impegno alla stabilità comporti oneri e tensioni insopportabili e limiti la loro libertà di sperimentare piaceri sempre più soddisfacenti. I partner si inviano segnali amorosi in forte contrapposizione: quelli del desiderio di stare insieme ma anche quelli del rifiuto di un impegno “per sempre” e di tutto ciò che esso comporta; gli esiti di simili atteggiamenti “doppi” ledono la serenità delle persone e la loro capacità di vivere in due.

Nell’opera di Bauman ricorre l’aggettivo “liquido”. L’idea della liquidità delle relazioni è inquietante: è connessa ai legami esistenti tra gli atomi dei liquidi, i quali consentono lo scivolamento l’uno sull’altro degli atomi stessi, che mancano quindi di stabilità: proprio quella che non esiste più nella coppia. Oggi, una storia sentimentale nasce con fortissime ipoteche sul futuro; nessuno dei due partner può garantire all’altro il suo amore e la sua presenza per la vita, perché le sollecitazioni esterne sono tante e tali che senza dubbio, prima o poi, qualcuna farà breccia sull’uno o sull’altra; entrambi sono consapevoli di ciò. Se anche non lo fossero, per inesperienza o per scelta deliberata di chiudere gli occhi di fronte alla realtà, la sensazione di “mancanza di terra sotto i piedi” sarebbe presente e pari a quella avvertita nella solitudine. Il rapporto liquido moderno è easy e cool, per dirla con gli appartenenti alla cultura anglo-americana: esso può, e anzi deve, poter essere interrotto non appena abbia esaurito la sua capacità di apportare forti emozioni, e nel momento in cui si profili all’orizzonte la possibilità di trovare un compagno che entusiasmi di nuovo e di più. Dalla tendenza al disimpegno nasce la predilezione per i flirt gestiti sulle chat lineso sui Social Network,piazze virtuali al cui interno i rapporti possono essere vissuti con leggerezza ed interrotti con un click quando non più graditi: il desiderio sotteso alla frequentazione delle reti è quello di evitare la sofferenza, oggi vissuta come un concetto scandaloso e fuori luogo, come una condizione dalla quale sfuggire quando è possibile. Bauman ritiene che le condizioni odierne delle relazioni amorose siano causate e causino (in un circolo vizioso spesso senza uscita) una mancanza di fiducia verso il prossimo, che non può essere amato perché non è capace di amare o di mantenere il suo amore, perché non lo merita, e perché, in fondo, è un estraneo: la sfiducia e la conseguente tendenza all’isolamentosono attualmente evidenti nella propensione a chiudersi all’altro, allo sconosciuto, allo straniero, anche fisicamente, in quartieri e case sempre più protette, come se non fosse già abbastanza alto il muro che si erge attorno all’anima di ciascuno di noi.  Nessuno può permettersi, oggi, di ignorare la verità sulle relazioni: non è saggio chiudere gli occhi di fronte alle leggi del mondo, anche se desidereremmo fossero altre. I rapporti sentimentali cominciano ma, molto spesso, falliscono: anche quelli che poggiano su basi solide. Acquisire consapevolezza di una realtà così precaria non vuol dire però chiudere le porte alle emozioni, al desiderio, all’amore se arriverà: significa piuttosto – e credo di interpretare anche il pensiero del nostro autore – decidere di fare due doni consapevoli a noi stessi e alla persona con la quale decidiamo di percorrere una parte di cammino: l’attenzione nella scelta, che permette di eleggere quell’individuo per le sue qualità, e non la comoda situazione in cui non si è più da soli; e l’impegno a chiudere le porte ad altre passioni, che può realizzarsi solo in conseguenza di una scelta sentimentale intrapresa con convinzione.

di SIMONA CASCETTI

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