La storia di un’amicizia tra una bambina, Francesca e il suo fedele amico Billy, cessata con la morte di questo, ha portato la protagonista a sviluppare un percorso di riflessione sull’emotività e sulla configurazione che può svilupparsi nella psiche di un animale. Billy ha voluto riservare le sue ultime forze per visitare i luoghi della casa a lui più cari: il letto della bambina, l’angolo dei giochi ed ha annusato la cagnolina che viveva con lui, Nocciolina. Infine,
si è fermato davanti alla sua cuccia, ha fissato negli occhi la bimba, per poi lasciarsi cadere in un sonno eterno. Questa è l’esperienza che ho avuto con il mio cane Billy, che mi ha portato ad approfondire il vario mondo degli animali, in particolar modo la loro mente. Giornali, televisioni, cinema, internet, radio e libri sono pieni di storie vere, incredibili sul comportamento degli animali. Pensiamo al famoso caso di Christian, il leone allevato per circa due anni da due ragazzi australiani ed in seguito liberato nella riserva naturale del Kenya, che riconosce, a distanza di circa un anno, i suoi vecchi padroni correndo loro incontro e letteralmente abbracciandoli. Esistono casi meno famosi come cani e gatti che dopo essersi smarriti o dopo un trasferimento dei proprietari in altre città, hanno percorso per giorni e giorni diverse miglia per ritrovare i loro amati padroni o hanno cercato di svegliarli durante la notte perché in casa era scoppiato un incendio, salvandogli la vita. Ci sono tesi in campo scientifico sviluppatesi attraverso studi comportamentali. È stato dimostrato ad esempio che scimmie e scimpanzè adottano un comportamento altruistico di notevole sensibilità nei confronti dei propri simili. Infatti, i soggetti che non sanno nuotare rischiano la propria vita nel tentativo di salvare altri animali caduti in acqua. Per dimostrare addirittura se gli animali hanno la consapevolezza di sé, altri studiosi hanno sottoposto alcuni elefanti alla cosiddetta “prova dello specchio” che consiste nel porre un semplice specchio davanti all’elefante. In seguito si rimuove lo specchio e si dipinge una macchia sul corpo dell’animale. Ultimata l’operazione si ripropone lo specchio davanti all’elefante e si attende. L’elefante, dopo aver osservato l’immagine riflessa, ha riconosciuto che si trattava della propria figura, dimostrandolo toccandosi con la proboscide la macchia sul proprio corpo e non attraverso lo specchio. Che cosa muove allora e motiva tutti questi animali ad assumere i comportamenti sopra citati? La risposta è: UNA MENTE, la capacità di pensare, di ricordare, di riuscire ad immaginare delle situazioni anche non vissute e di metterle in pratica a configurazione mentale conclusa. Queste ed altre sono capacità attribuibili solo a chi possiede una mente, anche se non come siamo abituati a concepirla noi. In particolar modo, la domanda che maggiormente mi ha suscitato interesse, è che cosa ha motivato Billy, negli istanti prima di morire, a visitare per un’ultima volta i luoghi della casa a lui cari, o cosa ha pensato mentre mi fissava negli occhi prima di chiudere i suoi per sempre. La curiosità di trovare una risposta ha suscitato il desiderio di poter far capire a tutti i possessori di cani, ma soprattutto a chi non ne ha mai posseduto uno, che anche loro hanno una mente. Attraverso una nuova lingua loro sono lì pronti a comunicare con noi e non solo con il proprietario. Ognuno di noi, per questo motivo, dovrebbe riuscire a comunicare con il mondo degli animali e intuire le richieste dei nostri amici. Nasce così l’importanza di apprendere il linguaggio cinofilo. Pensiamo ad esempio, all’esigenza che può avere una persona timorosa di cani, quando incontra un randagio. Cosa si deve aspettare da questo? Conoscendo il linguaggio cinofilo, la persona si saprebbe comportare di conseguenza, senza inutili paure ed assurde preoccupazioni Eccomi pronta allora per accompagnare tutti i nostri lettori in questo meraviglioso viaggio nella mente e nel mondo degli animali, proprio come Billy ha condotto me nel suo mondo. Meraviglioso.