TERREMOTO: INIZIA LA GRANDE STAGIONE DEI CONVEGNI

Arriva la primavera ed inizia la stagione dei grandi convegni post – terremoto. Titoli più gettonati: “Il rilancio del territorio”,“La gestione dell’emergenza” “Terremoto: come ripartire?” “Ricostruzione: come iniziare?”. Partecipanti più richiesti: consiglieri regionali ( indistintamente di centro destra o centro sinistra, basta mettere la cravatta e nessuno nota la differenza ), parlamentari abruzzesi e, qui e là, qualche RAS di quartiere. L’entroterra teramano diventa meta di pellegrinaggio dei reali compartecipi del massacro di un territorio che, improvvisamente, godono di un’amnistia generale dettata da buonismo generalizzato in stile “volemose comunque bene” e dal conseguente oblio di un recentissimo drammatico passato. Economia “Come ripartire?”: intanto ci si potrebbe impegnare, alzando il deretano dalle sedie dei locali simposi, impegnandosi, concretamente, affinché le (poche) norme di intervento economico previste dal Decreto Terremoto vengano applicate. Esempio: L’indennità “una tantum” di € 5.000,00 prevista per attività di commerciali, professionali e da lavoro autonomo che hanno dovuto sospendere la loro attività a causa degli eventi tellurici, a cinque mesi dal primo decreto, non viene ancora erogata a nessun beneficiario. Lo stratagemma legalizzato per rinviare la liquidazione è il seguente: vigente il decreto 189/2016 la domanda di indennità una tantum andava indirizzata al comune di residenza che, successivamente, aveva il dovere di trasmetterla a… ( non pervenuto ); con l’emissione del nuovo decreto successivo agli ultimi terremoti del 18 gennaio la domanda di indennità una tantum va rinnovata e spedita via PEC ad uno specifico ufficio regionale. Nei gangli della burocrazia si perdono i finanziamenti e il governo guadagna circa tre mesi di mancata liquidazione. Nell’attesa, le attività autonome soffrono o provvedono con mezzi propri. In attesa della liquidazione, se il governo è fortunato, probabilmente tanti commercianti, professionisti, autonomi, avranno cambiato mestiere e non avranno più diritto agli emolumenti. Altro esempio: la busta paga “pesante”: con il decreto 189/2016 la domanda di sospensione delle ritenute alla fonte andava indirizzata direttamente al datore di lavoro ( es. Ministero di riferimento ); con il nuovo decreto, successivo agli ultimi eventi tellurici del 18 gennaio la domanda va rinnovata ( di nuovo! ) e spedita direttamente all’INPS. Stesso gioco, stesso risultato: il governo guadagna tempo e “risparmia” in barba ai diritti sacrosanti delle vittime dello sciame sismico.

di Riccardo Panzone