La comunicazione “preconfezionata” del riallargamento della Giunta comunale al numero massimo di 10 componenti (compreso il sindaco) suona quindi come l’ultima umiliazione nei confronti di una comunità di cittadini che oggi vive, in tutti i suoi aspetti, la più grave emergenza della sua storia recente.
Nell’annunciare esclusivamente il numero e i nuovi componenti dell’esecutivo prima di ridefinire le deleghe, infatti, il Sindaco, spalle al muro, ha gettato la maschera dimostrando in modo inequivocabile che la sua unica e vera priorità è quella di prolungare la sua sopravvivenza e di risolvere le proprie beghe politiche, attuando le decisioni sulla spartizioni di potere assunte a tavolino dai capi dei suoi gruppi di maggioranza.
E in tale contesto, come è possibile che gli assessori in carica, delegittimati da un consigliere comunale che dopo averli squalificati per mesi si è poi di fatto autoattribuito deleghe e funzioni, e tutti i consiglieri comunali di quel che resta della maggioranza accettino con complice silenzio il ruolo di pedine da spostare, di fatto avallando o eseguendo decisioni assunte nel corso di cene e incontri in cui si pianificano i destini politici individuali anziché la sorte collettiva della nostra città?
E sia chiaro, nessuno invochi a sostegno di questa operazione le elezioni del 2014. Il quadro è profondamente cambiato e il legame con il mandato elettorale del 2014 non esiste più da tempo. Le manovre di bassa politica cui stiamo assistendo, non solo oggi ma ormai da troppo tempo, sono per lo più frutto di spostamenti e riposizionamenti di gruppi non derivanti dal voto popolare ma nati o mutati artificiosamente per rivendicare posti e poltrone nell’ottica del più volte citato Manuale Cencelli.
Ma quale credibilità può avere un sindaco che dopo aver invocato lo spettro del dissesto finanziario aumenta del 30 per cento la Giunta e i suoi costi gravando, in modo inaccettabile, di ulteriori 200.000 mila euro il già disastroso bilancio comunale. Quale credibilità potrà spendere chi in maggioranza avallerà un’operazione che grida vendetta in una situazione in cui il bilancio 2016 si è chiuso con un negativo di anticipazione di cassa di oltre 11 milioni di euro?
A questo punto, il gioco è chiaro e il Re è nudo. Come abbiamo più volte denunciato, l’emergenza derivante dalle calamità che hanno colpito la nostra città e di cui stiamo pagando fortemente le conseguenze stanno diventando prevalentemente la scusa per nascondere il fallimento del centrodestra teramano e l’opportunità per risolvere i problemi politici di un’Amministrazione che, come ha dichiarato con grave candore l’ “autoassessore” Di Sabatino, senza le calamità oggi non sarebbe più esistita.