Anche se il risparmio delle famiglie abruzzesi e i depositi in banca aumentano, continua la stretta creditizia verso il sistema produttivo. Nello studio della CNA Abruzzo emerge un quadro tutt’altro che positivo relativo al quarto trimestre 2016.
Secondo dati Bankitalia, in questo periodo, il credito erogato alle imprese ha subito una ulteriore flessione di 223 milioni di euro rispetto al trimestre precedente. In totale sono stati 23 miliardi e 131 milioni, contro i 23 miliardi e 354 milioni del periodo precedente. Il taglio del credito ha inciso principalmente sulle attività produttive – 228 milioni. Sul piano territoriale, il picco si è registrato a TERAMO con -88 milioni, a seguire Chieti -57, l’Aquila -51, Pescara – 32.
Il comparto maggiormente penalizzato quello delle costruzioni (-163), seguito dal manifatturiero (-93) e abbigliamento (-47).
Di contro si registra un incremento del risparmio di 381 milioni (1,5%).
Crescono anche i crediti inesigibili delle banche: 50 milioni (1,26%).
Tra le cause dei tagli al credito anche il fatto che “le piccole banche abruzzesi non esistono più e quelle che ci sono, non essendo locali, sono meno sensibili alle peculiarità territoriali”. Secondo gli osservatori oggi più che mai occorrerebbe l’intervento delle risorse pubbliche, come i bandi europei per soccorrere l’economia territoriale. Su questo fronte l’Abruzzo fa registrare purtroppo una lentezza inopportuna e dannosa.