Il web è grande. C’è posto per tutti
La saccenza di Gramellini e la sua smania di sminuire il Grillo-pensiero con la stessa veemenza con cui viene affermato dai suoi seguaci, è pari soltanto a quella della Lucarelli che pontifica dall’alto delle sua 5 misura di autoreferenziata eccellenza in tuttologia.
Il primo, dalla sua finestrella in prima pagina di quel che rimane del Corriere (pace alla memoria sua) invita Grillo ad auto vaffanculizzarsi per aver osato lanciare l’ennesima ( e ormai poco scioccante) “provocazione”: un Senato i cui componenti siano estratti a sorte tra tutti i cittadini italiani, un po’ come avviene per i giudici popolari.
La seconda invece troneggia dalla prima pagina de Il Fatto Quotidiano con uno sproloquio logorroico (che riempie un’intera pagina) sul declino politico e virtuale di Renzi che si è autoriciclato come emulo di Obama.
Entrambi questi luminari della Tuttologia applicata alla rete ci propinano ogni giorno le perle della loro conoscenza con l’autorevolezza della spunta blu dell’algoritmo di Facebook sui profili certificati come autentici.
Il primo con toni lirici ridondanti di pathos e retrogusto sarcastico, troppo occultato da virtuosismi semantici per essere apprezzato.
La seconda scopiazzando malamente lo stile Travaglio e le metafore paradossali della Littizzetto della prima ora.
Il super ego di Scanzi invece è come l’universo, al momento non siamo in grado di definirne i confini.
La febbre da follower produce questi postumi.