Giovane imprenditore e attivista politico, Pieradolfo Segreto è il coordinatore del primo circolo teramano di Futuro e Libertà, movimento nato all’indomani dello scisma finiano dalla compagine del Pdl. La giovane età non gli impedisce di avere una visione chiara delle criticità dell’attuale situazione politica, nazionale e locale, ma è convinto che solo con l’assunzione di responsabilità personale si possa produrre quel cambiamento, necessario e inevitabile, che da tutte le parti
politiche viene invocato. “Per uno ‘svecchiamento’ della classe politica dirigente – sostiene Segreto- non basta parlare. Occorre assumersi la responsabilità delle scelte, rinunciare ad anacronistiche lotte ideologiche che non hanno più motivo di esistere, e chiedersi cosa serva veramente fare. Sostituire il conflitto al confronto, e prendere il meglio da quello che emerge per attuare scelte utili alla collettività”. Senza rifiutare o rinnegare l’esperienza delle “eminenze grigie” che possono essere invece delle preziose risorse per chi si affaccia alla politica attiva, Segreto ha le idee molto chiare sul ruolo che un pubblico amministratore deve avere, e cioè il servizio alla comunità che lo elegge, che gli dà fiducia. “Purtroppo in Italia la fiducia non esiste. O meglio, c’è una grande sfiducia nel vecchio sistema- spiega Segreto-. La stessa parola federalismo, che nel mondo intero significa unione di intenti, in Italia rischia di diventare una catastrofe, un ulteriore motivo di divisione, non solo tra nord e sud, ma tra classi. E’ necessario invece che si abbiamo ben chiare le priorità da affrontare. A Teramo, per esempio, mancano tante infrastrutture, l’economia è chiusa, i giovani cercano altrove quello che manca. Occorre prima creare ciò che serve, poi ben venga anche il resto. È anche un problema culturale. Abbiamo un territorio perfetto dal punto di vista delle potenzialità turistiche, che non ha niente da invidiare al Trentino, ma non abbiamo strutture ricettive adeguate, né servizi. Ma la cosa grave è che mancano i progetti. Noi abbiamo utilizzato solo il 9% dei fondi europei a disposizione per il periodo 2007/2013, per mancanza di progetti validi. Di contro, a Teramo, sono stati costruiti, a costi altissimi tre megaparcheggi praticamente inutilizzati, perché il centro storico è rimasto accessibile alle auto. I commercianti del centro non riescono a comprendere che la chiusura totale, con un progetto culturale che promuova e sviluppi la socializzazione e l’aggregazione, attraverso eventi o creando nuove abitudini, possa far solo apprezzare il piacere di frequentare a piedi il centro storico, di viverlo in ogni momento della giornata”.