Diritto di gorgheggio
Facciamocene una ragione. A quanti sarà capitato il vicino di pianerottolo o il dirimpettaio desideroso di un microfono con relativo pubblico? Nonostante, magari, l’ età non più verdissima o, peggio, lo sfregamento di corde vocali non “oliate” a dovere. La Cassazione ha stabilito il “diritto di canto” in condominio. Aggiungendo che “zittire una persona mentre dà libero sfogo al canto sul balcone della propria finestra, equivale a tenere un comportamento quantomeno inopportuno se non addirittura potenzialmente atto a ledere i diritti della persona, garantiti nella manifestazione esteriore pure dalla Costituzione”. Siamo o no, del resto, un popolo di santi, navigatori, e cantanti a Sanremo?
Quando “eros” abita di fronte
Immaginate un popoloso palazzo di Teramo, giusto a pochi passi dal centro. Vecchi balconi bisognosi di restauro affacciati su un andirivieni di auto. Non c’è pace di voci tra le scale, neppure dei “sensi”. Così, proprio quando l’alba si affaccia sui graffi dei muri e il sonno si accorda con il respiro, un improvviso, ma deciso lamento squarcia il diradarsi delle tenebre. E’ il debutto in un crescendo inequivocabile che scavalca le finestre, aggira le tende e arriva a orecchie impastate di silenzio. Ci risiamo. Tornata la spudorata primavera, che invita goliardica alle corse sul lungofiume, si schiudono le finestre mortificate dall’inverno. La brezza che sa di aurora dà una scrollata al sonno, e mentre la testa torna cosciente, tra orecchie e cuscino, inizia l’ascolto. Involontario, timido, pudico, all’inizio, e inevitabile. Nascosto all’eros che, intanto, tira dritto per la sua strada. Proprio di fronte, al di là del cortile. Esplode il finale in una simbiosi che sembra studiata a tavolino. Anzi, a letto. L’orologio segna quasi le sei. L’eros riposa, ora, sotto lo scroscio di una doccia. Siamo a Teramo, a pochi passi dal centro. Qui, l’amore, al massimo, dà la sveglia. A Martinsicuro, beccherebbe una multa.
Stalking sul pianerottolo
Secondo i dati forniti dal Ministero della Giustizia, oltre la metà delle cause civili riguarda il condominio. Per Giuseppe Bica, presidente dell’associazione nazionale degli amministratori di immobili, è meglio togliersi dalla testa di risolvere le controversie in via ufficiale. Due le ragioni, anche ovvie. Spreco di tempo e denaro. Senza considerare che i maleducati restano tali, a prescindere. Consiglia Bica, meglio essere tolleranti, cercando di trovare una soluzione amichevole. Ci ha provato una famiglia teramana a passare sopra, ma “ogni limite ha la sua pazienza”, come diceva Totò. Anche se nel casone popolare, testimone dei fatti, tutti i tentativi hanno fatto finora cilecca. Accade che qualcuno prenda di mira l’appartamento al piano di sotto e renda la vita impossibile – con sistematico mestiere – ai suoi abitanti. Le ragioni? Imperscrutabili, ovviamente, per le vittime. Che subiscono, distribuiti in lunghi mesi di sopportazione, resti di cibo sparsi ampiamente sul terrazzino, commenti (dilatati nel cortile) sull’abbigliamento, più o meno – a loro dire – provocante di una delle condòmine “sotto tiro” ruote di bicicletta forate a date costanti, insulti a piacere. Dal confronto verbale alla denuncia il passo è più o meno breve. Risultato? Nessuno ha cambiato casa, come forse auspicato da molestatori e tiranneggiati. E la storia continua.
Vicini ideali
I bambini sono deliziosi, ma piangono e fanno capricci. Quando crescono, spesso diventano studenti e le cose peggiorano. Musica a tutto volume, esercitazioni alla batteria, feste con gli amici, “effusioni” a piena voce con la ragazza di turno. Le coppie, soprattutto se giovani, amano tacchi a spillo e partite di calcio in tv come allo stadio. Se c’è intesa. In caso contrario, incompatibilità caratteriali condivise “urbi et orbi”. Insomma, difficile, quasi impossibile trovare il vicino di casa ideale. Non stupirà, dunque, se, in provincia di Teramo, al contrario di quanto si possa immaginare, sia stata venduta a caro prezzo una graziosa villetta –vista mare mozzafiato -, con un particolare raro. Vicini di casa silenziosissimi, anzi addirittura muti. Peccato solo per gli alberi che ornano la loro “residenza”. Una lunga e monotona schiera di cipressi…