Il rapporto che i giovani hanno con l’alcool è da qualche tempo motivo di preoccupazione per famiglie e istituzioni. Sempre più ragazzi bevono fino a ubriacarsi e molti di loro non sono maggiorenni, alcuni sono appena adolescenti e scatta l’allarme dei baby alcolisti.Durante il periodo adolescenziale non si dà molta importanza all’alcool. E’ un elemento presente nelle case di tutti e i ragazzi sono i soggetti più vulnerabili agli effetti fisici e mentali di questa sostanza, quindi più esposti a rischio dipendenza. Statistiche sull’alcolismo giovanile dimostrano che i bevitori sono in maggioranza di sesso maschile, che ha iniziato a bere in compagnia di amici magari in ristoranti o pub e la motivazione che più spesso li spinge al bicchiere è la ricerca di un migliore rapporto con gli altri. Lo stesso campione intervistato evidenzia come il 27,9% cerca nell’alcool euforia, il 14,1% addirittura felicità, il 12,6% fugge dalla depressione mentre quasi il 10% beve per “noia”. Motivazioni che vanno approfondite. Alla base di ogni dipendenza c’è un disagio: ma quali sono le difficoltà di un ragazzo e in quali situazioni può avvicinarsi al bicchiere? Spesso e volentieri si beve per disinibirsi davanti agli altri, per apparire più spigliati e simpatici, magari per avvicinarsi con maggior facilità all’altro sesso. In altri casi si cerca lo “sballo” ovvero la completa alterazione degli stati di coscienza, a volte per divertirsi, altre volte è un modo semplice per aggirare un ostacolo. Ecco come l’alcool si trasforma nella soluzione ai problemi che non si è in grado di risolvere con altrettanta facilità. È importante capire che questo fenomeno è dovuto a due fattori importanti: l’elevata fragilità caratteriale tipica adolescenziale, soprattutto dal punto di vista dell’influenza (le famose “cattive compagnie”) e l’incapacità di manifestare emozioni. Su quest’ultima si deve riflettere. I giovani bevono per liberarsi dalla presenza di emozioni che in qualche modo sono difficili da gestire. La timidezza, l’ansia, la rabbia e la tristezza sono demoni che un ragazzo deve soffocare per potersi divertire? Sicuramente di questa tendenza ne è responsabile tutta la società. Dalla pubblicità al senso comune, dalle nuove tendenze estetiche alla moda: tutto ciò detta regole che non ammettono dissidenti. È l’inadeguatezza che spaventa e bevendo ci si sente più forti, più accettati, o semplicemente non si pensa. È importante quindi sensibilizzarli e indirizzarli a una cultura “del limite” per fare in modo che questi giovani possano vivere in modo sano i momenti di gioco, svago e divertimento.
Il compito della società è anche impedire ai minorenni l’uso e l’abuso di alcool o altre sostanze stupefacenti. Proseguono dunque incessanti i controlli di polizia e carabinieri non solo per strada. A tutela di coloro che, in verità, sono poco più che bambini, e vanno protetti come tali.