In mostra fino al 31 maggio. La Pinacoteca Civica di Teramo espone i dipinti di Cesare Averardi (Villa Passo, Teramo 1875- 1939). L’allestimento della mostra ricompone la poetica dell’artista grazie alla presenza di opere che, nel 2001, il figlio Giustino donò al museo. Si tratta di tele e disegni che hanno dato vita a una retrospettiva sulla creatività, la preparazione culturale e il pensiero
dell’artista. Cesare Averardi partecipò attivamente agli avvenimenti del suo tempo. Aderì al fascismo. Dopo qualche tempo, si dimise e pagò di persona con carcere e isolamento la difesa del suo carattere di indipendenza assoluta e di libertà senza confine. Rifiutò qualsiasi corrente che intendeva asservire il volo dell’arte. Una personalità artistica che si palesa a cominciare dagli studi accademici e attraverso la celebrazione degli ideali, l’amore per la sua terra, la quotidianità, i legami affettivi. Distaccandosi dal primo conformismo grafico, la sua pittura suggella la fiducia nell’impegno civile e politico protendendo al verismo fotografico e mettendo in luce una particolare passione per il ritratto. A mano a mano i contorni si sfaldano. Pennellate pastose di colore, toni luminosi, mostrano accordi con l’impressionismo e le tecniche divisioniste. Nella sala intitolata”Oltre la visione” i volti e la nudità-simbolista evocano suggestioni psicologiche, intuizioni, stati d’animo. “Fuori dall’ombra” sottolinea il valore e l’ampio respiro della storia dell’arte locale. A Cesare Averardi si unisce la “voce” di alcuni suoi contemporanei: Salvatore Di Giuseppe, Basilio Cascella, Vittorino
Scarselli, Pasquale Celommi, Francesco De Vincentiis, Francesco Patella, Salvatore Fumo e Gaetano Esposito.