Esiste on-line dal 2016 l’Atlante delle stragi nazifasciste (www.straginazifasciste.it) voluta dall’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) e dall’INSMLI (Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia). L’Atlante è stato finanziato dal governo della Repubblica Federale Tedesca.
Nell’Atlante è descritto un eccidio perpetrato la sera del 16 novembre 1943, in cui i nazisti fecero saltare in aria un ponte sul torrente Turcano con sei persone condannate a morte, tutti cittadini di Montelapiano, all’epoca frazione del Comune di Villa Santa Maria. Ma ciò che mi è risultato nuovo, circa quattro anni fa è che, sempre il 16 novembre, ce ne fu un’altra, sempre a Villa Santa Maria. Dopo approfondite ricerche, ricerche su documenti del Comune, racconti di chi ricordava l’evento, ho potuto ricostruire che, alle 22,30 i tedeschi sfondarono la porta di un negozietto di un orefice e, per aprire una cassaforte, usarono l’esplosivo che causò il crollo dello stabile uccidendo Nunzia Sabatini di 38 anni, il suo figlioletto Antonio Marchetti di 15 mesi, Giustino di 11 e Angelo Marchetti di 15 anni. In quella casa, quella notte vi erano le famiglie di Leonardo Marchetti macellaio (padre di Giustino e Angelo) e di suo fratello Carmine (marito di Nunzia e padre di Antonio) carrettiere. Questi era sfollato, dal rione inferiore del paese perché i tedeschi stavano per far saltare in aria il ponte sul fiume Sangro. Fuggiti dal pericolo dell’esplosione del ponte, due componenti della sua numerosa famiglia, trovarono, purtroppo, la morte.
Per 78 anni in Villa Santa Maria non si è mai parlato di tale evento luttuoso.
Tale scoperta mette in moto un tam tam che porta la locale RADIO VILLA CENTRALE a proporre una petizione online da presentare al Sindaco di Villa Santa Maria. A questa si aggiungono altri cittadini abitanti in loco e non. In breve si raccolgono oltre 100 adesioni! Tutto ciò grazie anche alle coraggiose interviste e al dinamismo di Augusta Casagrande che ascolta e mette in onda testimonianze di anziani discendenti che hanno vissuto l’orrore di quella notte e che a fatica riescono a parlare. Raccolgo, inoltre, altre testimonianze di anziani del luogo che avevano assistito ai tragici fatti. La Casagrande, tramite RADIO VILLA CENTRALE intervista parenti e discendenti in Abruzzo, in Italia e in Canada. Si arriva alla ricostruzione dei nuclei familiari delle vittime da parte del prof. Pasquale Melchiorre. Finalmente si squarcia un velo che ha occultato una tragedia inenarrabile!
Il 16 novembre 2021 ci sarà, anche grazie all’ANPI provinciale di Chieti, una prima iniziativa a ricordo dell’eccidio. Saranno deposte due targhe da parte dell’Amministrazione comunale sulle tombe. Davanti l’edificio ove avvenne l’esplosione si leggeranno nomi e dati anagrafici delle vittime.
Quel giorno di 78 anni fa, soldati tedeschi, mai identificati, per rapinare una piccola gioielleria, minarono un edificio di corso Umberto I dove erano ospitate le famiglie dei fratelli Leonardo e Carmine Marchetti con le mogli i loro 13 figli.
L’esplosione uccise 4 persone:
- Nunzia Sabatini di 38 anni, moglie di Carmine, con il figlioletto di 15 mesi Tonino;
- Angelo Diodato di 15 anni e Giustino di 11 anni, figli di Leonardo
Il programma della mattinata prevede:
- alle 9,30 l’apposizione di targhe commemorative alle tombe delle vittime a cura dell’amministrazione comunale.
- alle 10,30 i superstiti e numerosi familiari, provenienti da tutta Italia, si ritroveranno alla “Croce”
- alle 11,30 sul luogo della tragedia, sarà onorata la memoria postuma delle vittime.
L’iniziativa si concluderà in Piazza Martiri della Resistenza con i discendenti (alcuni provenienti da Milano, Roma, Isernia) e con alcuni sopravvissuti all’eccidio. Parteciperanno alunni dell’Istituto Alberghiero, della Scuola Media e elementare di Villa Santa Maria. Ci sarà la presenza di varie Associazioni ANPI (Atessa, Casoli, Vasto) Interverranno rappresentanti istituzionali. Concluderà l’iniziativa l’on. Luigi Borrelli, Presidente Provinciale ANPI Chieti.
COMUNICATO STAMPA a cura di Candido Calabrese
primo firmatario