Come uccelli del malaugurio torniamo su temi “inutili”. Ignorati dai giochi per la conquista del potere locale salvo che in preparazione delle campagne elettorali dove tutti i partiti sono a loro favore: la partecipazione popolare, il protagonismo dei cittadini, la cittadinanza attiva e la sovranità sostanziale.
In due Comuni della Provincia di Teramo sono in preparazione consultazioni elettorali per alcuni Comitati di Quartiere (o Consigli come preferiscono definirsi a Silvi) anche se in modalità differenti. A Giulianova fra alcuni giorni vanno in scadenza due dei tre Comitati esistenti e si convocheranno le elezioni per la ricostituzione di quelli decaduti (due); a Silvi il 23 luglio ci sarà l’elezione del Consiglio di Quartiere Silvi Sud.
Nel primo caso si tratta del rinnovo di esperienze partecipative che pure hanno qualche anno di storia e presentano un bagaglio culturale e politico per certi versi controverso e pieno di insidie (la maggior parte dei partiti politici locali non hanno mai digerito l’idea che i cittadini potessero occuparsi direttamente delle loro problematiche di quartiere interloquendo direttamente con l’Amministrazione comunale). Nondimeno, in questa Città, si è avuto un innalzamento dell’attenzione dei cittadini e della loro presenza attiva in varie branche dei servizi sociali e delle problematiche di Quartiere.
A Silvi, invece, non si è atteso che il Comune desse vita a un progetto di democrazia partecipativa come nel 2011 aveva già fatto il Comune di Giulianova approvando un regolamento per la partecipazione popolare. Qui nel Quartiere Silvi Sud i cittadini sono partiti da soli promuovendo una serie di assemblee pubbliche da cui è stato eletto un nucleo promotore che sta organizzando l’elezione diretta del Consiglio di Quartiere. Il Comune di Silvi ha lanciato segnali positivi e questo è certamente un buon inizio.
Ciò che unisce le due sperimentazioni, tuttavia, è l’indipendenza degli organismi di partecipazione: essi nei rispettivi quartieri sono eletti a suffragio universale, le candidature sono precluse a dirigenti di partiti, agli appartenenti alle istituzioni rappresentative e agli ex candidati nelle ultime elezioni comunali (per evitare il fin troppo noto fenomeno del “riciclaggio dei trombati”). In esse è comune la convinzione che la politica non deve essere più “proprietà privata” dei partiti politici, bensì strumento della sovranità dei cittadini.
I partiti politici solitamente non ci stanno! Ma anche gli organi di stampa solitamente ignorano, fingono di ignorare o si schierano contro in vari modi per via dell’influenza che qualche partitino su di essi riesce ad avere. Ma ora la situazione è un po’ diversa: all’elezione dei comitati a Giulianova nel luglio 2013 si recò alle urne l’8% dei cittadini aventi diritto; successivamente, al rinnovo di alcuni consiglieri del Quartiere Annunziata si recò circa il 15% degli aventi diritto e, infine, al rinnovo del Comitato di Quartiere del Lido nel marzo 2015 si recò il 10% degli aventi diritto. Che squallore suscita chi dice che sono pochi: quanti partiti politici sognano queste percentuali anche la notte? Abbiano invece la modestia di guardarsi intorno per cercare di capire da che parte vanno i cittadini onesti. E provino a rinnovarsi. Forse ne guadagnerebbe la democrazia.
Dunque, fra Luglio e settembre al voto! Si sveglino i partiti e ascoltino i giornalisti. Almeno quelli per i quali ciò che conta sono i giochetti consumati fra le mura dei palazzi del potere. Ancora una volta le cose cambiano quando si muovono i cittadini fuori dai palazzi.