Per un prestito di 10 mila euro, chiesto a un amico commerciante, avrebbe dovuto restituire 1.500 euro al mese fin alla restituzione dell’intera somma: non potendo far fronte a questo impegno, un imprenditore teramano si era rivolto a un giovane rom che, per 20 mila euro, ne aveva preteso addirittura 6mila mensili. Terrorizzato dalle minacce di entrambi è riuscito a chiedere aiuto ai carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Alba Adriatica (Teramo) che hanno stroncato gli affari dei due usurai, finiti in cella. Si tratta di un commerciante di origini napoletane di 52 anni residente a Villa Rosa di Martinsicuro (Teramo) e di un nomade originario di Mosciano (Teramo) e residente a Roseto (Teramo), che si trovava agli arresti domiciliari all’epoca dei fatti. L’imprenditore teramano che si era rivolto ai due soggetti era stato costretto a rifondere i prestiti a tassi del 211 per cento nel primo caso e di circa 500 nel secondo. La sua vita era diventata un calvario, sottoposto alle pressioni e minacce dei due usurai, il primo dei quali lo ha più volte minacciato di morte, sostenendo di poter contare su amicizie criminali negli ambienti di Scampia. Uno dei due arrestati, oltre che per usura, è accusato anche di tentativo di estorsione per aver provato a entrare in possesso della macchina di grossa cilindrata della vittima dietro minacce, come aveva già fatto con lo scooter, del valore di circa 15mila ero ma ‘pagato’ appena 2mila. Nell’inchiesta coordinata dal pm Stefano Giovagnoni, con le ordinanze di custodia cautelare in carcere firmate dal gip Giovanni de Rensis, c’è anche una terza persona coinvolta, conoscente del commerciante napoletano, la cui posizione è in corso di valutazione e al momento denunciato a piede libero per usura.