Riscoprire il valore dell’essenziale non deve rappresentare un effetto collaterale benefico della crisi, ma un nuovo credo che riempia di contenuti ideologici il necessario processo di decrescita già in atto, senza farlo ricadere in una nuova corsa all’accaparramento delle risorse residuali. “L’essenziale è ciò che nutre il nostro essere più profondo e che ci permette di continuare a vivere quando, intorno a noi, il resto è solamente superfluo”. Ci troviamo davanti a 2 paradossi: da una parte troppo lavoro, troppo
cibo, troppi acquisti, troppi oggetti, dall’altra troppi sprechi e troppi rifiuti. Il tutto a scapito del deterioramento progressivo della nostra vita di relazione e della nostra socialità. In qualità di socio Slow Food e di responsabile del Centro di Riferimento Regionale di Fisiopatologia della Nutrizione mi sento di esprimere pieno consenso all’iniziativa intrapresa dalla città di Torino che, capofila in Italia, ha sottoscritto la dichiarazione congiunta europea contro lo spreco alimentare, recentemente presentata al Parlamento Europeo da LastMinute Market nell’ambito del progetto “Un anno contro lo spreco”. Firmando questa adesione il Sindaco di Torino si impegna ad inserire la lotta allo spreco alimentare tra le priorità dell’azione del governo locale. Credo fermamente che questa iniziativa debba essere imitata perché dà il segno concreto di chi amministra le città verso la soluzione di problemi reali e verso l’attenzione all’utilizzo appropriato e consapevole delle risorse. E’ bene che gli amministratori facciano comprendere che non è più tollerabile lo spreco della risorsa cibo, acqua, energia, ma l’intervento deve essere intersettoriale altrimenti non sortisce l’effetto di rendere i propri cittadini convinti e collaboranti. Secondo i dati riportati da Coldiretti se in Italia, ad esempio, si riuscisse a ridurre lo spreco alimentare del 20% si riuscirebbe a risolvere interamente il problema alimentare delle povertà emergenti. Il protocollo firmato a Torino dal sindaco, dal presidente regionale di Slow Food e dal fondatore di Last Minute Market, punta alla riduzione degli sprechi attraverso la valorizzazione dei beni invenduti e coniuga un sistema più efficiente di relazioni, di solidarietà e di sostenibilità che migliora l’utilizzazione delle risorse e oltretutto porta a minor produzione di rifiuti. Il sistema può riguardare cibo, farmaci, prodotti non alimentari che rimangono invenduti e che hanno una scadenza. Spero che il progetto “Un anno contro lo spreco” possa presto essere recepito dai nostri amministratori, ma auspico che anche le scuole si impegnino attivamente nella lotta allo spreco e nella valorizzazione di stili di vita e di consumo più adeguati e sostenibili.