La domanda sempre più pressante riguarda la possibilità di fare previsioni meteorologiche stagionali, cioè prevedere ad esempio come sarà l’inverno prossimo. Questa è una domanda assai complicata cui è difficile rispondere perché la previsione stagionale in linea di principio è impossibile.
A differenza delle previsioni meteo giornaliere che riempiono i media tutti i giorni e che riportano con grande dettaglio le previsioni per le varie regioni (ma anche città) per le diverse ore del giorno, la previsione stagionale ha un carattere statistico. In pratica in un periodo che normalmente è di tre mesi ci danno le
probabilità che il tempo si discosti (temperatura e precipitazione) dalle medie degli ultimi decenni. Questo significa che la previsione stagionale per il prossimo inverno ci può solo dire se la stagione sarà più secca o più bagnata, più calda o più fredda.
Non è possibile fare altrimenti per la previsione stagionale in quanto il sistema oceanoatmosfera che regola il tempo di tutti i giorni in termini scientifici è caotico e quindi prevedibile in modo affidabile solo per pochi giorni. Il perno su cui poggia la previsione stagionale è infatti lo stato dell’oceano o dei mari in generale perché la loro inerzia termica costituisce una specie di memoria permanente del sistema climatico. Il punto di riferimento per la previsione
stagionale è un fenomeno noto come El Nino che riguarda il riscaldamento anomalo di una vasta area dell’oceano Pacifico e che può essere previsto con un preavviso di circa sei mesi.
La previsione stagionale è utile per molti settori economici che dipendono dalle condizioni meteorologiche e quindi è sempre più richiesta e usata da questi settori.
Di particolare utilità è per l’agricoltura dove la previsione può servire alla programmazione delle semine oppure per le organizzazioni umanitarie che possono utilizzare la previsione per le siccità prolungate nei paesi in via di sviluppo. Un esempio clamoroso è quello delle stagioni turistiche sia per la stagione balneare che per quella sciistica. Se ne desume comunque che tale informazione è utile solo se sufficientemente accurata.
Uno studio assai recente di ricercatori dell’Università di Oxford e del Centro Europeo per le previsioni a medio termine (ECMWF), ha cercato di valutare l’affidabilità delle previsioni stagionali fatte appunto dal centro europeo.
La valutazione è stata fatta su criteri obiettivi e ha prima portato a stabilire la validità per le varie regioni del globo, facendo una classifica su cinque categorie che sono: perfetta (5), ancora utile (4), marginalmente utile (3),
non utile (2), dannosa (1). Per le varie regioni, quella dove la previsione delle temperature invernali è nella categoria (3) è proprio l’Europa e buona parte del Nord America. Per quanto riguarda le temperature estive la situazione migliora per l’Europa che in alcune zone risulta (4) ma rimane (3) soprattutto nell’Europa del nord. Per la previsione della precipitazione la situazione peggiora decisamente con l’Europa che nella stagione estiva presenta una previsione addirittura dannosa (cioè basarsi su di essa potrebbe avere effetti deleteri).
La conclusione è che le previsioni stagionali oggi non sono sufficientemente affidabili e forse lo diventeranno nel giro di diversi decenni grazie ai progressi dei mezzi di calcolo.
PrimaPagina, edizione settembre 2014 – di Prof. Guido Visconti