Dott.ssa Sarra, lei ha partecipato all “Italian Radon and Norm workshop” che si è tenuto a Salerno lo scorso 15/17 ottobre. Cosa è emerso dal convegno per quanto riguarda le statistiche?
La radioattività naturale costituisce la principale fonte di esposizione dell’uomo alle radiazioni ionizzanti. In particolare, l’inalazione del radon e dei suoi prodotti di decadimento (progenie) contribuisce per circa il 50% alla dose annua pro capite e per tale motivo rappresenta uno degli argomenti di maggiore attualità nell’ambito dei fattori fisici di rischio sanitario per la popolazione. Le ricerche più recenti in materia basate sul confronto tra numerosi studi epidemiologici indipendenti svolti in diversi paesi europei (tra cui l’Italia), confermano l’evidenza di un incremento statisticamente significativo del rischio di tumore al polmone a seguito dell’esposizione al radon nelle abitazioni, quantificando nel 16% l’eccesso di rischio relativo per ogni aumento di 100 Bq/m3 di concentrazione di attività di radon indoor. Inoltre viene confermata l’esistenza di un effetto sinergico tra esposizione al radon e fumo di sigaretta, in base al quale il rischio di contrarre il tumore al polmone, a parità di esposizione al radon, risulta per un fumatore molto superiore (circa 25 volte) rispetto ad un non fumatore.
Oltre ad essere la seconda causa di decesso per cancro ai polmoni, il Radon risulta strettamente collegato ai terremoti. Può spiegare ai nostri lettori questa correlazione?
In realtà è difficile stabilire una chiara correlazione tra radon e terremoti. In letteratura si trovano diversi studi che evidenziano che la correlazione tra evento sismico e variazione di concentrazione di radon non è biunivoca. Molti terremoti, anche di notevole intensità, si verificano senza che si registrino anomalie presso siti di monitoraggio situati presso il futuro epicentro, così come si osservano anomalie che non possono essere connesse a nessun terremoto. Questo accade perchè i meccanismi di migrazione del radon dal sottosuolo verso la superficie sono numerosi. Rivestono un’importanza fondamentale la morfologia e/o l’idrologia del territorio (porosità, granulometria, permeabilità, contenuto d’acqua del suolo e del substrato roccioso, presenza di circolazione idrica sotterranea). Altre variabili influenti sono quelle legate al clima (temperatura, pressione atmosferica, ventilazione), che determinano importanti variazioni diurne e stagionali nei flussi di radon verso la superficie.
Di non secondaria importanza è la scelta dei siti e delle modalità di misura della concentrazione di radon, che, se lo scopo è quello di stabilire una correlazione con gli eventi sismici, richiede un approccio completamente diverso da quello utilizzato nelle campagne di misura del radon effettuate in ambienti abitativi per scopi di natura sanitaria.
Si tratta, in definitiva, di due ambiti di ricerca molto diversi, il primo dei quali, quello sanitario, poggia su solide basi scientifiche, mentre il secondo, quello mirato alla ricerca di precursori sismici, non sembra aver fornito ancora risultabili apprezzabili.
Passiamo giust’appunto ai fatti di casa nostra: qual è la situazione di presenza del Radon nella nostra Regione?
In Abruzzo, l’Agenzia Regionale per la Tutela Ambientale a partire dai primi anni 90, ha condotto diverse campagne di monitoraggio del livello di concentrazione negli edifici: si tratta in gran parte di civili abitazioni, con una ridotta percentuale di luoghi pubblici (scuole, uffici pubblici etc.) e di luoghi di lavoro (negozi, ristoranti, studi professionali etc.). Ad oggi l’ARTA dispone di un data base di circa 2500 misure, rilevate in 285 comuni, dal quale si può stimare, in via preliminare, un valore medio regionale di circa 50 Bq/m3, comunque al di sotto di quello medio nazionale (70 Bq/m3). La provincia dell’Aquila risulta caratterizzata da valori sensibilmente superiori alla media regionale, mentre la provincia di Pescara presenta i valori più bassi. In generale, nella fascia litoranea/collinare si registrano livelli spesso inferiori o poco superiori a 50 Bq/m3 mentre nella fascia montuosa/pedemontana si osservano valori generalmente più elevati, con una più spiccata variabilità da zona a zona.
Secondo lei le autorità abruzzesi preposte, sono sufficientemente sensibili a questo problema? Si prendono le necessarie misure per almeno diminuirne la presenza?
Come già precisato, nella nostra Regione sono state approvate e finanziate diverse attività di monitaroggio del radon negli ambienti chiusi, finalizzate ad una mappatura regionale delle aree con maggiore concentrazione di questo gas. Le elaborazioni dei dati delle misure di radon acquisite nel corso degli anni, combinati con elementi strutturali quali la natura geologica dei suoli ed il contenuto radiometrico degli stessi, hanno consentito di ottenere una prima indicazione della distribuzione territoriale dei livelli di concentrazione di radon.
A mio avviso, uno sforzo ulteriore dovrebbe essere fatto nell’individuazione delle misure necessarie per la riduzione del rischio, soprattutto a livello di prevenzione (per esempio con l’implementazione di idonee norme tecniche nei regolamenti edilizi comunali, sia in fase di costruzione di nuovi edifici che di ristrutturazione di quelli esistenti).
Cos’è “Territorio Sociale” a cui lei collabora?
Territorio Sociale è un’agenzia di innovazione, che nasce nel 2006, dall’incontro tra professionisti specializzati in progetti e servizi nell’ambito delle politiche sociali ed economiche, per offrire la migliore assistenza tecnica agli enti pubblici e privati che operano in questi ambiti. Questa agenzia si è posta l’ambizioso obiettivo di offrire servizi capaci di orientare le politiche locali, regionali e nazionali per renderle efficaci rispetto alle esigenze dei cittadini. L’unicità di Territorio Sociale risiede nel suo esclusivo approccio multidisciplinare che conferisce a ogni progetto una qualità elevata e riconoscibile.
di Mafalda Bruno – PrimaPaginaWeb.it, ediz OTT 2015
SCHEDA DEL PERSONAGGIO
Annalina Sarra si è laureata nel 1999 in Economia e Commercio presso l’Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara.
Nel 2003 ha conseguito il di Dottorato di Ricerca in Statistica.
Dal 2005 al 2009 è stata titolare di un Assegno di Ricerca in Statistica presso il Dipartimento di Metodi Quantitativi e Teoria Economica dell’Università “G. d’Annunzio”.
Nel 2010 ha vinto una Borsa Regionale per Attività di Ricerca e Trasferimento dei Risultati della R&S (Ricerca & Sviluppo) alle imprese abruzzesi.
Attualmente è titolare di un assegno di ricerca in Statistica presso il Dipartimento di Economia dell’Università “G. d’Annunzio” di Pescara.
Dal 2010 collabora con Territorio Sociale.