Il giubileo straordinario negli ultimi giorni ha dato davvero “spettacolo”, che si sia credenti o meno. Le spoglie di San Pio e San Leopoldo translate a Roma, hanno chiamato a raccolta una marea infinita di devoti e pellegrini provenienti da tutta Italia e dall’estero. Piazza San Pietro è diventata una fiumana umana, composta e paziente, che ha risposto all’appello di Papa Francesco.
Detto questo, qualcos’altro è successo in questi giorni di rivoluzionario ed innovativo per la Chiesa, qualcosa che forse è sfuggito al grande popolo dei credenti. Il Papa infatti, in questa occasione, ha investito circa 1000 Missionari della Misericordia, sacerdoti cioè che hanno, dopo l’investitura, l’autorità di perdonare i peccati finora riservati solo alla Sede Apostolica.
Spesso si è sentito parlare di questi peccati riservati solo alla Sede Apostolica, una norma del Codice di Diritto Canonico che risale nientemeno che al 1917, ed indica casi di mancanze molto gravi, per i quali scatta automatica la scomunica, e la cui assoluzione era finora, appunto, riservata solo al Penitenziario Apostolico.
Prima Pagina, presente all’evento, ha intervistato Padre Luke Austin, prelato americano, sulla loro missione e su questi specifici casi.
Padre Austin ci indica quali sono questi casi gravi che ora anche tutti voi potete assolvere?
“Certo, anzitutto riguardano chi profana le specie (ostie, ndr) consacrate, oppure le asporta o le conserva a scopo sacrilego. In secondo luogo chi usa violenza fisica contro il Pontefice”.
Va bene, ma chi può essere tanto folle da usare violenza contro il Papa?
“Concordo con lei, sono casi eccezionali per fortuna, ma di uno siete stati testimoni qui a Roma: quando Ali Agca, il 13 maggio 1981, sparò a San Giovanni Paolo II. L’assoluzione e il perdono per lui arrivarono direttamente dal Papa”.
Ma c’è dell’altro, giusto?
“Si, bisogna includere nella lista dei casi gravi quando un sacerdote assolve il complice nel peccato contro il sesto comandamento, che assolve cioè in confessione la persona con la quale ha avuto rapporti sessuali. Un altro caso grave è quando un vescovo, senza mandato pontificio, consacra un altro vescovo: per entrambi, consacrante e consacrato, arriva la scomunica. Così come è inclusa nella “lista nera” il sacerdote che viola il sigillo sacramentale, cioè il segreto della confessione”.
Come siete stati selezionati? Avete dovuto superare delle prove?
“No, nessuna prova, in realtà è stato molto semplice: abbiamo compilato e mandato dei moduli di richiesta al Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova Evangelizzazione, autorità preposta alla selezione dei missionari della misericordia, poi siamo stati scelti sotto la supervisione e in accordo con i nostri rispettivi Vescovi”.
Quindi da ora in poi misericordia per tutti? Una sorta di condono universale religioso?
“ Direi di sì: la Chiesa indica questi casi limite come più gravi e pericolosi, ma se lo fa è per spingere chi li commette a ritrovare la via del pentimento. La pena della scomunica non è stata ideata per bandire per sempre i peccatori dalla Chiesa, ma per renderli più consapevoli della gravità di determinati peccati e facilitare conseguentemente la conversione e la penitenza”.
di Mafalda Bruno
foto di Fiorella Cocco