E’ certamente più conosciuto il termine “report” in campo giornalistico.
Alla parola inglese “report” corrispondono tanti significati, come: “resoconto, racconto, relazione, rapporto, verbale” significati questi che de finiscono il complesso procedimento di verbalizzazione degli interventi dei partecipanti ad una pubblica assemblea, che rappresentano i soggetti attivi, ovvero coloro che hanno il compito di esaminare, valutare e deliberare. Tutti sanno che per ogni riunione di condominio, o per ogni riunione di un’assise istituzionale si redige un verbale. Perché dunque quando si svolge un’assemblea con i cittadini non dovrebbe essere redatto un report? Ma come si redigere un report? Di norma si redige per riportare in esso tutti gli interventi che hanno dato vita al dibattito, per valutare le opinioni a favore o contro dei singoli cittadini ad un provvedimento che si intende adottare in sede assembleare. L’assemblea dei cittadini può essere informativa o deliberativa e deve svolgersi secondo il vecchio e dimenticato “metodo democratico” (art. 49 della Costituzione). E’ buona norma che quando viene convocata un’assemblea il cittadino sappia se essa ha solo l’obiettivo di informare la popolazione su iniziative, provvedimenti, eventi predisposti e/o organizzati da una pubblica amministrazione o da altro ente pubblico. Se il cittadino viene convocato per partecipare ad una assemblea deliberativa deve conoscere l’Ordine del giorno e preliminarmente essere ammesso a visionare gli atti oggetto di dibattito, per essere messo nella condizione di discutere ed esprimere il proprio voto a favore o contrario all’atto deliberativo proposto come soluzione del problema oggetto della discussione.
L’Assemblea cittadina con l’atto deliberativo esprime semplicemente un parere, svolge prevalentemente un’attività di tipo consultivo e/o propositivo, presupposto che altri organismi istituzionali e/o di gestione decidono.
Il prof. Carlo DI MARCO presidente dell’Associazione DEMOS durante i corsi di formazione per facilitatori della democrazia partecipativa va ripetendo che “di ogni assemblea pubblica deve essere sempre redatto un report da cui chiunque ne abbia interesse possa dedurre:
A) ordine del giorno dell’assemblea svolta;
B) regole e modalità di svolgimento dell’assemblea;
C) numero di persone presenti;
D) numero di interventi effettuati (con i nominativi di chi interviene);
E) deliberazione assunta (nel caso dell’assemblea deliberativa);
F) certificazione dei votanti aventi diritti all’ingresso;
G) numero di voti favorevoli, contrari e astenuti;
H) eventuali nominativi (su richiesta) degli astenuti e dei contrari.
Il reporter è uno dei facilitatori presenti che si dedica solo al report di assemblea. Non interviene mai nel merito dell’ordine del giorno perché per garantire una corretta verbalizzazione occorre prestare particolare attenzione
e concentrazione.
PrimaPagina, edizione novembre 2014 – di Raffaele Raiola