A pochi passi da Teramo, a fungere da cerniera con la costa e il casello autostradale si trova Bellante, un Comune importante e funzionale per il capoluogo. Il sindaco uscente, Domenico Di Sabatino, con realismo e tanta passione, sa che dare un giudizio su Teramo capoluogo meriterebbe tante considerazioni. “Sarebbe una risposta complessa, ma posso affermare con certezza che il mio Comune,
essendo molto vicino, non ha particolari problemi e che i bellantesi percepiscono il ruolo che Teramo svolge, ma – continua il sindaco – credo che per le altre vallate le risposte non siano suffi cienti. Se come percezione la Val Tordino è soddisfatta, credo che lo siano molto meno la Val Vibrata e la Val Fino”. L’avv. Di Sabatino è, allo stesso tempo, un fi ume in piena e una sorgente ricca di idee e proposte. Muove critiche a livello generale: “La pianificazione strategica del capoluogo è asettica e asfittica. Anche se bisogna riconoscere che è stato fatto il Piano d’area della Val Tordino, la città di Teramo e le strutture amministrative devono darsi da fare per diventare centrali per l’intera provincia. Il capoluogo dovrebbe esserel’intera provincia. Il capoluogo dovrebbe essere promotore e trainante per la pianificazione di un’azione socio – culturale ed economica di tutto il territorio provinciale”. Mette sul campo numerose proposte per valorizzare il territorio e il proprio Comune, direttamente interessato: “Innanzitutto è necessario potenziare e rendere più efficace il trasporto pubblico. Inoltre – continua in libertà – altre idee sono la realizzazione della metropolitana di superficie tra Teramo e la costa, la valorizzazione delle stazioni ferroviarie e infine la costruzione della pista ciclo – pedonale sul Tordino”. Proposte concrete, alcune già in discussione nelle sedi competenti, ma che faticano a farsi strada. Sicuramente non è il caso di Bellante ma, stimolato riguardo quei Comuni che periodicamente minacciano di passare ad altre Province, il sindaco Di Sabatino tende ad allargare l’orizzonte verso una politica più lungimirante e partecipativa. “Queste richieste rappresentano sicuramente un disagio, le rispetto, ma non posso condividerle. Per alcune realtà periferiche il disagio è comprensibile, specie se proviene dai cittadini, ma io devo rivolgermi alla politica. Uno dei problemi – tuona– della Provincia di Teramo e della Regione Abruzzo è che i cittadini non percepiscono l’omogeneità territoriale ed una comunità di appartenenza. La classe dirigente dovrebbe lavorare molto, promuovere iniziative culturali ed educative, per aumentare questo senso di identità ed appartenenza e non rinfocolare questi disagi”. In conclusione il sindaco non risparmia una frecciatina al governatore Chiodi: “Ricordo quando Gianni Chiodi, da sindaco di Teramo, si fece promotore del Marcuzzo (accorpamento delle Province di Teramo ed Ascoli ndr), una strada che ora, da governatore della Regione, si guarda bene dal rispolverare e che un amministratore dovrebbe assolutamente evitare. A mio avviso va promossa l’aggregazione sociale e culturale della gente, non la disgregazione