La morte del ciclista inciampato nel cordolo della ciclabile di Villa Rosa, nel Comune di Martinsicuro, porta drammaticamente alla luce il progetto bike to coast e le tante carenze, anche da noi denunciate, che ad oggi non hanno avuto risposta.
Fermo restando che l’episodio in se dovrà essere approfondito dalle autorità competenti, per verificare se ci siano responsabilità, o meno, di chi ha commissionato, progettato, realizzato, l’opera, o se si tratti di una tragica fatalità, resta il fatto che in molti tratti il percorso ciclabile costiero presenti difformità con le norme vigenti, e a volte con il comune buon senso.
Curve che non rispettano i raggi di curvatura minimi, strettoie, separatori di corsia pericolosi, finiture scivolose, segnaletica sbagliata, mancanza di protezioni e separazioni dal traffico automobilistico… sono solo alcune delle criticità presenti sul tracciato, che in questi giorni è affollato da migliaia di ciclisti di ogni età, affollamento che evidenzia anche l’inadeguatezza dimensionale di un percorso di rilevanza europea.
Tornando al caso specifico, siamo convinti che il cordolo rispetti le norme di legge (larghezza cm 50, altezza uguale o superiore a cm 15), ma dalle foto si vede che è di colore grigio, mentre la Direttiva del Ministero dei Lavori Pubblici, n.6688 del 24 ottobre 2000, pubblicata nella G.U. 301 del 28 dicembre 200, precisa che “I cordoli prefabbricati che delimitano le corsie riservate agli autobus o le piste ciclabili (art. 178 reg.) devono essere installati con continuità, alla stessa maniera della linea gialla continua che sostituiscono, e devono essere mantenuti in opera in modo che siano sempre visibili, ad evitare incidenti da parte di utenti distratti. Allo stesso modo, altri tipi di cordoli od isole di traffico devono essere resi particolarmente visibili, specie nelle testate.”
Chiediamo, quindi, che la Regione, erogatrice dei fondi, i Comuni e chiunque ne abbia competenza, controllino la conformità delle opere realizzate e dei progetti non ancora realizzati, tenendo conto del Codice della Strada, del D.M. 557/99 e delle Direttive e Circolari ministeriali che, negli anni, hanno normato la realizzazione di piste ciclabili, ricordando che la nuova normativa sull’omicidio stradale (legge 41/2016) pone pesanti responsabilità anche in capo agli enti proprietari delle strade (e le piste ciclabili sono strade a tutti gli effetti), in caso di errata progettazione, realizzazione o carenza di manutenzione, che provochino oggettivi problemi alla sicurezza della circolazione (vedasi Circolare del Ministero dell’Interno prot. n. 2251 del 25/03/2016.
Coordinamento Ciclabili Abruzo Teramano