Quando il Teramo andava in trasferta lui, Vincenzo Diodati, cercava subito una chiesa e vi si ritirava per alcuni minuti. Già quando indossava la casacca gloriosa biancorossa, Diodati avvertiva che qualche cosa dentro di lui stava mutando. Era solito ripetere “pregatemi la salute”. Vincenzo Diodati è stato un giocatore di buon livello avendo giocato con Angolana, Lanciano, Teramo, Chieti e Brindisi (con allenatore Luis Vinicio), ma è noto anche perché a fine carriera è diventato a 34 anni sacerdote. Ma aldilà della carriera calcistica, Diodati è balzato agli onori della cronaca proprio nel 1988 a febbraio. Molti ricorderanno il mancato miracolo a Montesilvano. Quel miracolo annunciato dal vice parroco della chiesa di Sant’Antonio, appunto Don Vincenzo Diodati, e da una veggente,Maria Antonietta Fioritti, e che avrebbe dovuto compiersi a mezzogiorno con l’apparizione della Madonna nel sole e a mezzanotte con la comparsa di una scritta nel cielo. Quell’annuncio trasformò Montesilvano in una filiale di Medjugorje, agitando la comunità di credenti (e non solo) e sconvolgendo l’esistenza di molti (basti pensare all’esplosione delle vocazioni religiose). Ne parlò moltissimo anche la stampa nazionale. C’è gente che ricorda l’atmosfera surreale di quel giorno. “Il Centro” allora dipingeva l’atmosfera così: “le signore in ginocchio sul terrazzo condominiale, che recitavano il rosario con lo sguardo rivolto al cielo”, poi le colonne di pullman sulla nazionale, il Colle brulicante di persone ma, soprattutto, le dirette televisive di Telemare che a notte fonda mostravano bambini avvolti nelle coperte e lasciati dormire all’aperto dai loro genitori invasati in attesa dei segni celesti”. Eppure il tanto atteso miracolo non avvenne e don Vincenzo fu “punito” con otto giorni di riflessione. Quando pareva che la storia dovesse essere archiviata, ecco che nel 2007 in provincia di Cosenza se ne sente un’altra di storia. Molto diversa. Purtroppo. Ecco il testo della lettera dell’arcivescovo Mons. Santo Marcianò, dell’ Arcidiocesi di Rossano – Cariati: “Si porta a conoscenza della lettera comunicazione inviata ai fedeli dell’Arcidiocesi, relativamente al caso della sig. ra Giulia Arancino in Capalbo, residente in Corigliano in Contrada Timparello, e del sacerdote don Diodati della Diocesi di Pescara – Penne che vive e stabilmente celebra l’Eucaristia presso un’abitazione privata nel territorio della medesima Arcidiocesi. Si tratta di un caso estremamente delicato per il quale l’Arcivescovo, nell’esercizio della sua missione pastorale, ha ritenuto necessario assumere gravi provvedimenti nei confronti sia della signora, che del Sacerdote”. I tempi del Teramo calcio sono lontani, quelli del “mancato miracolo” di Montesilvano, anche. Forse allora è meglio ricordare Vincenzo Diodati soltanto come calciatore, come bravo calciatore quando crossava per Pulitelli e faceva sognare; meglio dimenticare, invece, “don” Vincenzo… Ma questa è un’altra storia…