Se il segno della popolarità di una scienza è quanto se ne parla in giro allora la scienza del cambiamenti climatici sembra occupare una posizione importante. Ritengo, invece, che l’eccessiva volgarizzazione di un problema scientifico lo danneggi irreparabilmente. Questo è quanto sta succedendo oggi quando si sentono le persone sempre
più allarmate delle alluvioni in Australia, del freddo intenso nell’Europa Centrale o negli Stati Uniti. Il tutto orchestrato dai media che non fanno altro che cavalcare l’ansia e le apprensioni della gente. Eppure quella dei cambiamenti climatici è una scienza complessa molto di più di tante scienze esatte e blasonate (l’astrofisica ad esempio) perché richiede conoscenze in vari campi dello scibile che vanno dalla biologia alla geologia, alle teorie del caos. Non tutti questi aspetti sono quantificabili perché a differenza di quanto si vuol far credere non tutte le scienze si possono studiare con gli stessi metodi (la matematica ad esempio o la computer science). Anche se ci si limita ad un solo aspetto di questi problemi si rimane molto perplessi. Prendiamo ad esempio il problema di attribuire l’attuale variabilità nel tempo meteorologico ai cambiamenti climatici. Ci sono molti aspetti che vanno a complicare il problema. Innanzitutto su quale variabile puntiamo, la temperatura, la precipitazione e quale tipo, neve pioggia grandine. Inoltre quanto sono affidabili i confronti fra quello che viene sicuramente rilevato oggi e quelli che sono stati i fenomeni in passato. Poi c’è la parte più difficile e cioè la simulazione di eventi severi del passato e di eventi attuali con condizioni iniziali che vengono cambiate con una apposta strategia. Questo problema è talmente complesso che oggi è nata una branca delle scienze del clima che si occupa solo della rivelazione e dell’attribuzione della influenza delle attività umane sui cambiamenti climatici. Il risultato di questi studi ha delle implicazioni nel campo della legislazione penale e civile. Pensate ad esempio se si potesse attribuire con certezza che un evento meteorologico di un certo tipo fosse dovuto all’aumento di gas di serra. In paesi dove la giustizia funziona le vittime dell’evento potrebbero far causa alle imprese produttrici di energia per avere immesso in atmosfera troppa anidride carbonica. Questo strano a dirsi è successo negli Stati Uniti e a dirimere in parte la questione di sono chiamati degli studiosi dei cambiamenti climatici. In Inghilterra si sono fatte simulazioni per stabilire se le alluvioni del 2000 potevano es-sere attribuite al riscaldamento globale la conclusione è stata che non è possibile farlo. Come si fa quindi a parlare con tanta leggerezza che il tempo è cambiato Allora non dobbiamo scordarci l’accademia (intesa come l’insieme dei ricercatori non necessariamente universitari) perché questa di volta in volta (soprattutto nei paesi anglosassoni dove esiste il famoso detto publish or perish) inventa le spiegazioni da hoc più fantasiose e spesso scarsamente supportate dai fatti. La prima necessità è quella di far capire alla gente comune che la scienza del clima non è magia e quindi richiede tempi lunghi e pazienza che non si accordano con la fretta dei mass media e quella di alcuni politicanti. Diceva Mark Twain, Il clima è quello che ti aspetti, il tempo è quello che ti becchi. Oggi qualcuno cambia in nodo esagerato questa frase con: Il clima è che quello che infl uenzi, il tempo è quello che tiprende. Ma d’altra parte mentre il tempo è facilmente osservabile, ma non sempre predicibile, il clima sembra invece predicibile, ma non altrettanto osser-vabile, se non su tempi che superano quelli di una generazione. Forse la strada da percorrere è quella del fumatore incallito che smette di fumare per evitare guai con la salute siano essi più o meno prevedibili. E l’altro aspetto è quello di rassegnarsi anche a dei cambiamenti nell’ambiente e nelle nostre abitudini. Non ci scordiamo che la Terra ne ha passate di si-tuazioni ben più gravi: pensate solo all’ultima glaciazione. E quindi la conciliazione di questi due aspetti contraddittori che richiede la nostra attenzione. Scienza del clima tempi lunghi e molta pazienza. PROF. GUIDO VISCONTI DOCENTE DI FISICA DELL’ATMOSFERA E OCEANOGRAFIA ALL’UNIVERSITÀ DE L’AQUILA