Omaggio di un pentastellato
Se affermassi che io, attivista del Movimento Cinque Stelle ormai da quattro anni, conosco la vita e il pensiero di Gianroberto Casaleggio in maniera sufficiente, direi una grandissima bugia.
Da ciò che si racconta, Casaleggio, cofondatore del Movimento, era una persona schiva e poco incline alle “luci della ribalta” e questa sua propensione connessa al mio scarso interesse per la sua persona, fanno sì che, in fondo, io di lui sappia poco o nulla.
Eppure, ciò non mi esime dal riconoscere l’importanza di quest’uomo connessa alla storia recente del nostro Paese e all’impegno politico del nostro recente passato.
Casaleggio, insieme a Beppe Grillo, ha fornito una valida e reale alternativa a quella fetta del popolo Italiano ormai “stanca” di una pseudopolitica standardizzata su canoni gerarchici e, sostanzialmente, qualunquistici.
Il qualunquismo, infatti, non risiede nella denuncia dell’ovvio ma sonnecchia nell’omologazione e nella mancanza di quella curiosità in grado, come il vapore, di generare la spinta necessaria alla conoscenza di ciò che, effettivamente, ci circonda e regola le nostre vite.
Da quando esiste il Movimento Cinque Stelle non ricordo un solo giorno in cui il nostro Parlamento non è stato, realmente, “aperto come una scatoletta di tonno” e messo su un ipotetico proscenio con la sua corruzione, le sue contraddizioni, l’inadeguatezza di una classe politica che ha letteralmente rubato il futuro ad intere generazioni.
Il grande merito di Casaleggio, nell’ambito delle nostre vite, è stato quello di aver teorizzato e fondato il Movimento Cinque Stelle poiché, grazie al Movimento, noi ci siamo incontrati e riconosciuti.
Prima di allora, ci muovevamo come “schegge impazzite”, eravamo dispersi, ognuno libero nel proprio essere cittadino critico, ognuno dotato di coscienza vigile e viva ma tutti lontani dall’ipotizzare una qualsiasi forma di organizzazione.
Grazie al Movimento Cinque Stelle, in una lontana sera di marzo, anche nel nostro paese, abbiamo organizzato il dissenso e, da allora, non passa giorno che non impegniamo il nostro tempo e il nostro ingegno alla ricerca del miglioramento di un esistente che non ci soddisfa….che non può e non deve, oggi come allora, soddisfarci.
Grazie al Movimento Cinque Stelle, ci siamo incontrati e abbiamo riconosciuto, l’uno nell’altro, la voglia di perseguire e promuovere modelli altri e diversi da quelli che ci vengono propinati: la politica fatta a costo zero, il rifiuto di ogni gerarchia organizzativa, le forme di economia solidale, la decrescita felice, l’attenzione per l’elemento ambientale, l’amicizia nell’attivismo.
Senza Casaleggio non vi sarebbe stato alcun Movimento e senza Movimento io non vi avrei incontrati e noi non ci saremmo riconosciuti e non avremmo affrontato insieme tante battaglie: le abbiamo perse? E “sti cazzi” direbbe qualcuno. Essere attivista del cambiamento vuol dire anche essere “pioniere” di una nuova organizzazione civile che, proprio perché tesa a modificare posizioni consolidate e rassicuranti, tarda a fare “breccia” nelle coscienze.
L’omaggio più incisivo che si può fare, allora, a Gianroberto Casaleggio, teso a celebrarne la memoria, è quello di continuare, come abbiamo fatto fino adesso, ad essere guerrieri del dissenso consci che la strada è ancora ardua e lastricata, forse, di delusioni ma è l’unica ed ineludibile via percorribile.
Riccardo Panzone
Attivista, pieno di orgoglio, dei “Pentastellati Montorio 2.0”