Da anni Giampiero Cordoni, segretario regionale del Sinappe (Sindacato Nazionale Autonomo di Polizia Penitenziaria) lamenta il sovraffollamento nel carcere di Castrogno, che attualmente si trova ad ospitare oltre 400 detenuti, per una capienza massima di circa 270, e la presenza di sole 180 unità (agenti interni) ad affrontare un simile caos. Partendo da questo dato, Cordoni ci guida, attraverso una sorta di “viaggio degli orrori”, nei problemi di Castrogno. “Non solo nulla è cambiato, ma la situazione è anche peggiorata.
Il fallimento della legge sull’immigrazione Bossi-Fini e della legge Giovanardi sulle droghe leggere, oltre alla lentezza dei processi, hanno portato a livello nazionale ad avere venticinquemila detenuti in più, rispetto alla tolleranza delle carceri italiane”. Attualmente per 100 posti letto ci sono 147 detenuti da ospitare, per cui il dubbio sorge spontaneo: dove dormono questi ‘esuberi’? “Spesso per terra, o in terze brande sui letti a castello – spiega Cordoni– che non sono regolamentari. Nei giri di controllo non riusciamo ad osservare cosa succede in un letto aggiuntivo, a soli venti centimetri dal soffitto. Non possiamo sapere se, ad esempio, un detenuto sta dormendo, o tentando di tagliarsi le vene con una lametta”. Un problema, quello dei suicidi nelle carceri, che accomuna ‘guardie e ladri’, e che è dettato dalle condizioni spesso disumane in cui bisogna vivere, che possono incidere anche molto negativamente sui soggetti più deboli. “A Castrogno abbiamo salvato parecchi ospiti, per fortuna o senso di abnegazione, ma questo non fa notizia. Dall’interno il detenuto lo valutiamo come persona. Paradossalmente lo Stato stesso gli nega i diritti fondamentali A Teramo, come in tante altre parti d’Italia, si vive in cella anche fi no a ventuno ore al giorno. Inoltre, non abbiamo una apposita zona di lavorazione, che possa aiutare l’ospite a ‘staccare’ il cervello dalla difficile condizione in cui si trova, ricominciando ad integrarsi nel mondo del lavoro, trovando soddisfazione per quello che produce”. Una sensazione di disagio amplificata dalla mancanza di personale – di notte, per dodici ore, c’è un solo “interno” ogni cento detenuti – dai corsi di aggiornamento che non vengono eseguiti da anni e dai problemi relativi alle materie prime da gestire in carcere. Spiega Cordoni, infatti, che “ci stiamo già preoccupando per quest’estate, quando dovremo razionare la fornitura di acqua corrente, come tutti gli anni, perché non abbiamo un collegamento diretto con la rete idrica, ma serbatoi da cui attingere. Inoltre, essendo il nostro l’unico carcere d’Abruzzo ad avere un servizio di psichiatria, ci tocca ospitare detenuti con problemi psichici che provengono da altri istituti, e spesso ci vengono anche a mancare le medicine. In un carcere dove già si trovano a convivere tossicodipendenti, mafiosi e ‘sex offender’, la situazione diventa impossibile da gestire”. Date le premesse, sembra quasi strano che la ‘bolla’ carcere non sia già scoppiata, né a Teramo né altrove. “In carcere si crea un rapporto di compromesso: i detenuti hanno ormai metabolizzato questi problemi, e soprattutto sono vaccinati contro le promesse non mantenute. Un tempo, per mitigare i nostri problemi avevamo almeno il deterrente economico. Ora invece anche gli straordinari non ci vengono più retribuiti, grazie alla manovra dell’ex ministro Tremonti, il quale ha tagliato al comparto sicurezza dello Stato 1 miliardo e 200 milioni di euro. A volte non si ha la nafta per accompagnare il detenuto al tribunale”, spiega amaro il segretario regionale del Sinappe. Che sulle visite dei politici ha da togliersi più di un sassolino. “Io lo chiamo ‘turismo carcerario’. Quando era ministro, qui è venuto Rotondi, portandosi dietro, incredibile ma vero, la suocera. Gli ho chiesto perché il suo collega Alfano insistesse così tanto con la creazione di nuove carceri, dato che esistono decine di istituti già pronti (come ha testimoniato il ‘Rapporto sulle condizioni di detenzione’ dell’associazione Antigone), ma privi di personale. In poche parole, l’ho fatto scappare”. Sulla veridicità di quanto affermato, infi ne, Cordoni non ha dubbi: “Sfi do chiunque a smentire quello che dico. Nessuno in passato l’ha mai fatto, perché questa è la realtà: e non si fa un bel servizio nascondendo la polvere sotto il tappeto”.