La rinascita della Chirurgia Estetica verso la fi ne del XVI secolo è legata all’epidemia di una nuova malattia importata dalla scoperta dell’America, la sifilide. Questa malattia altamente stigmatizzante distruggeva in particolare il naso, per cui si rendeva necessaria la sua ricostruzione. La prima documentazione storica della ricostruzione nasale a seguito di sifi lide o trauma è dell’ italiano Gaspare Tagliacozzi, professore di Chirurgia all’Università di
Bologna nel suo libro del 1597 “De curtorum Chirurgia per insitionem” in cui veniva descritta la ricostruzione del naso mediante tessuto proveniente dall’avambraccio del paziente. Peraltro, questa importante innovazione era in contrasto con il pensiero del tempo secondo cui era una indebita interferenza sul corso della natura, per cui fu presto dimenticata. Fu solo due secoli dopo, nel 1794, che una simile operazione venne descritta in un giornale di Londra dal chirurgo inglese Coly Lyon Lucas, operazione compiuta da chirurghi indiani su un tale Cowasjee, cui era stato amputato il naso secondo la usuale locale punizione riservata a ladri, disertori, adulteri e prigionieri. Questa tecnica inizialmente importata in Gran Bretagna e poi diffusa al resto dell’Europa segnò l’inizio della moderna Chirurgia Plastica Ricostruttiva, padre della quale è considerato il tedesco Johann Friederich Dieffenbach di Berlino che nel mezzo del XIX secolo divenne particolarmente famoso per le sue ricostruzioni di nasi ed orecchie. Passando alla Chirurgia Estetica, come oggi intesa, la prima addominoplastica per ridurre l’obesità fu compiuta nel 1899 dal chirurgo Americano Howard Kelly, che rimosse circa sette chilogrammi dall’ addome di una donna, che ne pesava 130. Sulla stessa donna tre anni prima un altro chirurgo, J.W.Chamber, aveva rimosso dai seni circa 11 chili, e quella fu anche la prima Mastoplastica Riduttiva. Il primo lifting facciale fu eseguito u una nobile polacca dal chirurgo tedesco Eugen Hollander nel 1901, mentre la prima blefaroplastica fu eseguita dall’americano Charles Miller nel 1906. Le prime iniezioni di grasso per trattare rughe facciali risalgono al 1920, come pure le prime operazioni di cambiamento di sesso. Come sempre nel caso della Chirurgia Plastica, la prima Guerra Mondiale con il suo enorme carico di feriti e mutilati portò ad un grande sviluppo delle tecniche di Chirurgia Plastica Ricostruttiva, particolarmente per merito del chirurgo inglese originario della Nuova Zelanda, Harold Gillies, a cui dobbiamo anche una chiara distinzione fra Chirurgia Plastica Ricostruttiva, come tendente a ripristinare l’aspetto normale, e Chirurgia Plastica Estetica che tende a migliorare l’aspetto normale. DR PAOLO CAJANO(CHIRURGO PLASTICO-ESTETICO)