Parla Luciano Di Marzio, presidente dell’associazione con sessant’anni di storia alle spalle. Risultati raggiunti e obiettivi per un futuro all’insegna della solidità e dell’esperienza. Confartigianato rappresenta la più importante associazione di categoria del settore e della piccola e media impresa. Attraverso la sua struttura capillare,
è presente su tutto il territorio delle Provincia di Teramo. Da oltre 65 anni è punto di riferimento per migliaia di artigiani e piccoli imprenditori. Il presidente, Luciano Di Marzio, ne illustra le competenze e i risultati raggiunti.
Confartigianato è un’associazione storica, una delle prime, se non la prima.
È stata costituita il 15 ottobre del ‘45, abbiamo festeggiato i sessant’anni. L’idea nasce dopo la guerra, quando un gruppo di circa 200 persone capisce l’importanza e la forza di lavorare insieme. Io stesso ho spesso cercato di costituire consorzi di categoria, ma qui, nel teramano non è facile, non c’è la mentalità dell’aggregazione. Forse manca la fiducia, come accade invece in altre regioni, dove questa struttura consentiva e consente alle imprese, soprattutto del settore edile, di vincere la maggior parte delle gare.
Oggi invece?
Ancora non c’è l’approccio giusto, almeno qui a Teramo. Forse l’Aquila fa eccezione. In quel territorio il settore edile, che rappresenta il volano che dovrebbe ridare slancio all’economia della regione, con i consorzi si raggiunge maggior forza. Noi ci stiamo adoperando per partecipare alla ricostruzione, affidando i lavori in primis alle imprese aquilane, e poi comunque abruzzesi. L’edilizia è il traino di tutte le altre imprese, comprese quelle commerciali, per l’indotto che ne deriva.
Il credito e l’accesso per gli artigiani e le piccole imprese, qual è la situazione? La nostra cooperativa di garanzia ha un patrimonio che supera i 6 milioni. I parametri di Basilea sono stati penalizzanti per tutti, anche per le banche, ma la nostra organizzazione rappresenta oggi tutte le categorie, con particolare attenzione all’artigianato, settore a minor rischio d’insolvenza. L’artigiano è diverso dall’industria. Un’industria in sofferenza chiude, l’artigiano vive nel territorio, ci tiene al suo lavoro, chiudere significherebbe il fallimento di una vita, oltre che di un’azienda. La forza della nostra cooperativa sono proprio i soci. Riusciamo a erogare finanziamenti a tasso zero con lo strumento del premio di rimborso, a conclusione del finanziamento andato a buon fine. Invece di limitarci all’abbattimento, rimborsiamo gli interessi nel caso in cui il finanziato abbia onorato il prestito ricevuto. Quest’anno abbiamo rimborsato un totale di 60.000 euro di interessi. Gli artigiani sono seri, e anche quando ci sono dei momenti di difficoltà riescono, con i piani di rientro, a mantenere gli impegni presi. Per le banche questo è un segnale positivo. Per noi è importante anche la tempistica, i nostri associati riescono a ottenere i prestiti in tempi veramente molto brevi. Alcune formule per i pagamenti di fine anno hanno un tempo di erogazione di soli 4 o 5 giorni.
Quindi ci sono segnali di ripresa? I bilanci parlano chiaro. Negli ultimi anni il patrimonio immobiliare della Confartigianato si è consolidato, consentendoci di avere una forza di garanzia maggiore. Abbiamo anche il fondo anti usura, che è motivo per poter dire che lavoriamo con molta attenzione, con un’ opera principalmente di prevenzione del fenomeno.