Secondo le più recenti stime di Prometeia il Pil abruzzese ha segnato una variazione positiva (+1 in volume) dopo tre anni di contrazione. Nel rapporto Cresa emerge che nel 2015 l’Abruzzo è tornato a sperimentare un ritorno alla crescita che appare tuttavia caratterizzata da una minore robustezza. Osservando gli andamenti settoriali della produzione industriale, il numero di comparti in crescita risulta inferiore rispetto al passato: accanto al buon risultato dei mezzi di trasporto e dell’elettronica, si segnalano la positiva dinamica dell’alimentare e il recupero del tessile-abbigliamento.
L’aumento delle vendite all’estero è stato eccezionalmente favorevole solo per gli autoveicoli e per i prodotti elettronici.
La ripresa, inizialmente concentrata nell’industria manifatturiera, ha coinvolto con qualche incertezza il settore delle costruzioni. Il fatturato delle imprese attive nella ristorazione e di quelle che operano nel commercio al dettaglio ha fatto registrare timidi miglioramenti.
Ma altre rilevanti questioni ancora restano aperte, come la forte disoccupazione che ha visto gravare sui più giovani i costi più pesanti.
Restano alcuni nodi di fondo. Nel 2015 l’obiettivo di evitare i rischi di disimpegno dei fondi 2007-2013 ha accelerato notevolmente il loro impiego. Secondo questa ricerca l’impatto di questi finanziamenti sulla crescita economica potrà essere rafforzato migliorando la fase di progettazione e con una selezione degli interventi da parte delle autorità centrali e locali che privilegi gli investimenti diretti rispetto ai sussidi alle imprese, di cui da più parti è stata lamentata la scarsa efficacia.
Nel guardare ai prossimi mesi occorrerebbe soffermarsi con attenzione sul ruolo di alcuni importanti interventi che mirino a salvaguardare la fragile struttura demografica della questa regione con un miglioramento delle politiche sociali, per il lavoro, l’istruzione e la salute.
Fonte: CRESA