Cinque parti per un figlio solo. Alla fine di un percorso tortuosissimo è stata varata la manovra economica. Dopo i vari tentativi di mettere mano alle pensioni ed all’età pensionabile nonché agli sprechi e privilegi della classe politica, le fortissime italiche corporazioni hanno ben pensato che fosse ora di fermare qualsivoglia tentativo di dimagrimento e liberalizzazione. E’ una finanziaria che, al solito, mette le mani in tasca agli italiani, proprio quello che il governo aveva sempre sbandierato di non fare. L’assurdo aumento di un punto dell’Iva in un momento in cui gl’italiani devono spaccare il centesimo in quattro è l’ennesima dimostrazione che in questo destra e sinistra sono uguali: taglia, taglia, hanno tagliato anche i tagli che li avrebbero dovuti interessare. Ciò comporterà chiaramente anche un forte rialzo di prezzo di moltissimi prodotti. Come se non bastasse, gli abruzzesi già pagano da 1 a 4 euro solo per il motivo di avere in mano una ricetta del proprio medico e da qualche tempo – tranne che in tre regioni – per ogni visita o esame, oltre al normale ticket, si pagano altri 10 euro. Nel 1992 Giuliano Amato, l’inventore dell’Ici, disse che si era sull’orlo del baratro e che occorreva fare un passo indietro. A distanza di vent’anni punto e a capo e vai coll’attingere a piene mani presso lavoratori dipendenti e pensionati. Siamo l’unico paese al mondo che fa un bilancio dello Stato basato non sui numeri, ma sull’ottimismo: infatti si “pensa” di incassare qualcosa dagli evasori fiscali. L’Ue ha subito affermato che, qualora questi sperati denari non arrivassero, sarebbe necessaria un’altra manovra. Per il fisco solo 34 mila contribuenti percepiscono un reddito superiore ai 300mila euro, cui sarà chiesto un contributo di solidarietà pari non al 3% ma all’1,80 grazie al gioco della detraibilità. Per quanto concerne la diminuzione del numero dei parlamentari e l’abolizione delle province, campa cavallo: occorrono leggi costituzionali e figuriamoci se gli stessi senatori e deputati segheranno il ramo su cui sono seduti. Tra poco sarà inoltre effettivo l’aumento dell’Ipt (Imposta provinciale di trascrizione) e si parla già di varare nuove norme che complichino ancora di più la vita a chi voglia ricorrere dinanzi al giudice di pace. Complimenti, davvero. Molti, nella regione Abruzzo che quest’anno ha fatto una impagabile seduta il giorno di Ferragosto, fanno i capi gruppo di se stessi, con la possibilità di assumere anche delle persone “di fiducia” a tempo determinato. Ovviamente, seguirà concorso apposito. Quando Prodi nel 2006 varò una manovra economica che aumentava per l’ennesima volta l’imposizione contributiva, l’allora opposizione insorse: oggi è il contrario, ma entrambi gli schieramenti pasteggiano ancora con caviale ed ostriche a cinque euro nei ristoranti del Parlamento. Qualcuno dovrà pur coprire i costi…