Sembra proprio avviato a realizzarsi un parcheggio ad uso dei dipendenti dell’Istituto Zooprofilattico Caporale su un area, di proprietà dell’Istituto, che incombe sul sentiero del parco fluviale che costeggia il Tordino. Subito dopo il primo ponticello del sentiero, procedendo verso nord-ovest, il sentiero appare delimitato dalla tipica recinzione arancione che identifica un cantiere ed è già visibile una strada sterrata che dal livello stradale superiore raggiunge il prato che costeggia il sentiero. Qualche domanda sopraggiunge spontanea: come mai un parcheggio proprio su un parco, un’area demaniale a tutela?
Fruito da podisti e famiglie, sportivi e semplici passeggiatori l’anello verde che circonda il centro storico cittadino è stato sempre un argomento politico, più o meno condiviso da ambientalisti della prima, seconda e ultima ora, ma in questo caso,nessuna delle associazioni cittadine molto attive sulla tutela della salute e dell’ambiente ha ancora proferito parola.
Cosa spinge un Ente così prestigioso, che si occupa proprio di tutela della salute pubblica, ambientale, animale ecc. ad una scelta così poco coerente, la cementificazione di un parco verde per riempirlo di macchine?
Cosa dicono a questo proposito le istituzioni competenti, Comune in primis?
Possibile che non ci sia nessuna obiezione sull’impatto ambientale di tale opera?
Tutte le città, dalle più piccole alle più famose custodiscono al loro interno un cuore verde, un posto in cui la socialità si armonizza con la natura in modo sano. Da Roma, con gli splendidi giardini di Villa Borghese, a Firenze quello di Boboli, perfino la ipertecnologica New York ha un maestoso gioiello verde come il Central Park incastonato tra i grattacieli, fino ad una piccola città come Vicenza, ad esempio, dove il lungofiume ospita una mezza maratona dilettantistica che richiama campioni da tutto il mondo.
Nessun amico di Greta a Teramo?