All’inizio, era la “Zona Franca”: nella bozza di “Decreto Terremoto” emanato dopo ben cinque eventi sismici e la terribile nevicata dell’ultimo gennaio
si ipotizzava l’istituzione di una “zona franca” per il biennio 2017 e 2018, con totale esenzione dal pagamento dei tributi per aziende e lavoratori autonomi.
Il premier Gentiloni faceva la voce grossa: “Non aspetteremo l’ok di Bruxelles”, facendo presumere la messa in atto di interventi seri a mezzo di istituti in grado di rivitalizzare il tessuto economico e sociale dell’entroterra Teramano.
Alla fine, invece, in aderenza alla linea seguita dai nostri governi negli ultimi anni, è stata istituita una “zona banca”: nessuna esenzione, i tributi sono solo sospesi fino al 30 novembre 2017; decorso il periodo di sospensione, tali tributi dovranno essere versati in unica soluzione, con possibilità, tuttavia, di contrarre finanziamenti con operatori accreditati e con la garanzia dello stato, al fine di “saldare il conto”.
Traduzione: Caro cittadino e cara azienda, fino al 30 novembre, puoi anche non pagare i tributi ma il 1 dicembre 2017 lo stato ti salterà addosso e ti azzannerà pretendendo il versamento dei tributi sospesi, “cash” in unica soluzione. Ma lo stato è “magnanimo”: se il 1 dicembre non avrai il contante per saldare un anno intero di tasse, potrai fare un finanziamento con le banche da noi indicate e restituire il “maltolto” in comode rate.
Il capolavoro del Macchiettismo Italico viene tradotto in questa bizzarra e cervellotica formula: lo stato sospende i tributi; lo stato ne pretenderà il rimborso immediato, subito dopo il 30 novembre; i cittadini e le aziende saranno costretti a contrarre finanziamenti per pagare i tributi sospesi; le banche lucreranno sugli interessi che, in parte, verranno erogati dallo Stato ( “finanziamento agevolato” ).
La percezione generale è che le tasse, nel cratere sismico, sono bloccate: la realtà è che si tratta solo di una dilazione di pagamento a mezzo della quale, alla fine, il governo andrà a finanziare, in modo indiretto, le solite banche di partito.
Si concretizza, da parte delle istituzioni, l’ennesimo insulto a questo territorio: dimenticato troppo spesso nel complesso dei finanziamenti e degli interventi infrastrutturali Regionali, dimenticato nei giorni della neve e del terremoto da tutti quegli enti che sarebbero dovuti tempestivamente intervenire, evitando le tragedie di cui ( quasi ) tutti abbiamo ancora memoria, dimenticato ora da un governo a cui non interessa se vivi o muori, sotto la neve o di terremoto, ma che vuole i tuoi soldi “tutti e subito”.
Senza una “Zona Franca” elaborata in modo serio, questo territorio è destinato a morire di spopolamento, desolazione e incuria.
E’ tempo di pretendere, quali cittadini, il rispetto di tutte quelle norme costituzionali che esprimono diritti troppo spesso violati nei confronti di un popolo che non deve essere considerato, né ora né mai, un popolo di “Serie B”: il diritto alla sicurezza, il diritto alla salute, il diritto al lavoro, il diritto all’istruzione e, infine, non da ultimo, il diritto alla felicità.
La vita e la felicità di una fetta di questo Stivale valgono molto di più di una manciata di interessi erogati in favore delle maledette banche. Niente diritti, niente tasse: SCIOPERO FISCALE AD OLTRANZA.
di Riccardo Panzone