Con un termine moderno si chiamano “parafilie” e indicano quei comportamenti patologici legati alla sessualità e che venivano indicati con i termini “perversione” o “devianza sessuale”. Secondo la scienza medica, ciò che definisce la patologia sono alcune precise caratteristiche, quali fantasie, impulsi sessuali o comportamenti ricorrenti e intensamente eccitanti sessualmente che riguardano oggetti inanimati, la sofferenza o l’umiliazione di se stessi o del partner; bambini o altre persone non consenzienti. E che si manifestarsi per almeno sei mesi. Ma prima di arrivare ad essere casi clinici, sono molti i comportamenti definiti invece “trasgressivi” che riguardano pratiche sessuali, per così dire, alternative. Si va dallo scambio di coppie al bondage, dai sex toys al trampling. In questo tipo di giochi erotici si parte naturalmente dal presupposto che tutti gli attori siano consenzienti e disponibili. Nello scambio di coppia, secondo recenti studi ” l’aspettativa è promotrice di una forte tensione che mischia curiosità ed eros. E’ un modo per uscire dalle consuetudini e, in molti casi, un estremo tentativo di riaccendere quello che nel privato della coppia sembra avere perso smalto, o essersi spento, tuttavia, il rischio è quello di dover alzare sempre di più la posta per ottenere quanto desiderato. Accade talvolta, infatti, che la trasgressione acquisti le caratteristiche di una droga che non lascia più la possibilità di godere delle più consuete esperienze di intimità di coppia”. Il bondage, dall’inglese, significa “legame”, quindi corde, nodi, lacci che diventano necessari e indispensabili per la realizzazione della fantasia erotica, ma giova ricordare che questa definizione può indicare anche “costrizione”,”schiavitù” con conseguenze a volte tragiche come la cronaca ci ha segnalato qualche mese fa, quando una ragazza romana rimase vittima delle corde che la tenevano sospesa senza che il partner potesse riuscire a liberarla in tempo utile per salvarle la vita. Il trampling, altra parola inglese significa invece “calpestare” ed evidenzia una pratica “estrema” dove l’individuo si procura una certa eccitazione facendosi calpestare dal partner, spesso a piedi nudi, ma anche facendogli indossare particolari tipi di scarpe. Mentre un capitolo a parte meritano i sex toys cioè “giocattoli” per il piacere sessuale che, senti senti, non sono un’idea nuova e legata al business della trasgressione degli ultimi tempi, anzi, pur non avendo chiare testimonianze dell’utilizzo dei dildos (oggetti di forma fallica, costruiti con vari materiali) nelle donne dell’età della pietra, ci sono invece documenti a partire al periodo della Grecia classica. In Danimarca al Museo Nazionale di Copenaghen, ad esempio, le raffi gurazioni di un vaso greco mostrano una donna che pratica attività autoerotica per mezzo di un dildo . Anche i romani si avvalsero di questo tipo di oggetti erotici utilizzando per la loro costruzione vari materiali come il cuoio, l’osso e il legno. Inoltre, basti pensare a Pompei e le stanze dove sono raffi gurate scene di sesso: alcune di esse mostrano giochi erotici con i dildos e altre scene particolarmente piccanti. La dipendenza da sesso (o sex addition) in Italia è presente in misura del 5,8%.