La cronobiologia è quella scienza che analizza l’evoluzione temporale dei fenomeni biologici. Le ricerche in questo campo hanno messo in luce che i fattori ambientali agiscono da sincronizzatori biologici e tra i sincronizzatori più importanti vi sono il ritmo luce/buio e attività/riposo. Da queste variazioni “circadiane” dipende, tra le altre cose, anche il metabolismo dei nutrienti e quindi la nostra capacità di bruciare o di conservare energia, il che è di fondamentale importanza per comprendere alcune dinamiche che conducono inconsapevolmente
e inesorabilmente all’obesità. Ad esempio, è curioso sapere che il nostro organismo è programmato per essere meno efficiente nell’utilizzare amidi e zuccheri a fine giornata. Il motivo di ciò risiede nel fatto che la produzione dell’insulina, l’ormone che stimola il passaggio del glucosio all’interno delle cellule, è migliore nelle ore mattutine. L’energia che risulta da questo processo è funzionale ad un ritmo ancestrale, per cui l’uomo fin dalla preistoria ha sviluppato le sue attività, comprese quelle di ricerca del cibo, alle prime luci del mattino, mentre terminava i compiti che richiedevano un dispendio energetico prima di sera. In realtà, il progresso tecnologico non ha modifi cato i bioritmi ancestrali dell’uomo. per cui siamo tutti condizionati metabolicamente da ciò che la genetica primordiale ci impone. È noto l’esperimento condotto su giovani militari (Graeber e coll 1978) che, sottoposti alla somministrazione della razione alimentare in monopasto, se assumevano tutto il cibo a colazione presentavano una tendenza spontanea al dimagrimento, mentre se assumevano la stessa porzione a cena, tendevano ad incrementare il peso corporeo. Se ne deduce un’indicazione fondamentale per il riequilibrio nutrizionale del sovrappeso e dell’obesità: il fabbisogno energetico deve essere soddisfatto tramite una distribuzione dei pasti coerente con le attività praticate durante il giorno, mentre una minore concentrazione di carboidrati e lipidi nella fascia serale e notturna favorisce l’utilizzazione dei grassi di deposito. Questo concetto è alla base del metodo di riequilibrio metabolico-strutturale, praticato presso il Centro Regionale di Fisiopatologia della Nutrizione di Giulianova per la cura dell’obesità in cui, attraverso l’analisi dello stile di vita, praticata con un polisensore indossato per un tempo minimo di 3 giorni. e attraverso un sofisticato software di analisi cronobiologica del dispendio energetico e delle attività praticate, si riesce a stabilire la corretta distribuzione dei nutrienti nel programma nutrizionale riabilitativo, in associazione ad indicazioni appropriate e personalizzate per un eventuale ricondizionamento motorio. Infatti è proprio lo sfasamento dell’assunzione di cibi a forte contenuto di amidi, zuccheri e grassi e di bevande zuccherine e alcoliche nelle ore serali e notturne, o nelle fasi di riposo/recupero, che favorisce l’incremento del peso corporeo. Si può quindi affermare che il futuro della nostra alimentazione si giocherà sempre più nell’ottimizzazione e nella personalizzazione della colazione e della cena, e nell’individuazione di equilibri nutrizionali ad hoc per coloro che svolgono attività particolari che rientrano tra le possibilità lavorative della inevitabile realtà della società delle 24 ore, per cui dovremo certamente rilanciare il bisogno di una dietetica del lavoro applicata alle varie tipologie di lavoro. È giunta l’ora di decretare, da una parte, la fine della dittatura del cornetto e, dall’altra, di aggiornare la “cultura delle cenette” alla luce delle nuove conoscenze. Il punto di partenza vincente è nutrire adeguatamente le fasi attive e riconoscerci il diritto delle fasi di riposo/recupero difendendole da tutte le intrusioni, compreso quella del cibo eccessivo e inappropriato, ma per far ciò risulta sempre più necessario l’uso di tecnologie evolute che siano in grado di far luce su molti lati oscuri delle problematiche individuali che ogni paziente con obesità presenta.