“Un Paese evoluto, interpellato, risponde” (M. Gabanelli)
Gli italiani ancora una volta hanno girato la testa dall’altra parte. Troppo presi da altri problemi, altri interessi. Spaghettate, gatti, aforismi da pubblicare. Partite da commentare, insulti da postare sulle pagine delle bellone di turno. Troppi impegni. Non c’è tempo né voglia di pensare a trivelle, inquinamenti, petrolio e polveri sottili. Ci penserà qualcun altro, tanto non serve a niente. E intanto il peso che si continua a caricare sulle spalle delle giovani generazioni si aggrava. Una definizione coniata dalla giornalista Selvaggia Lucarelli : “leoni da tastiera”, definisce perfettamente “l’evoluzione” raggiunta. Tutti vomitano su internet e sui socials frasi di condanna, livore, aggressività, contro il Governo e la politica. Tutti contro le caste e le lobbies, ma alzarsi, vestirsi, uscire di casa, andare in un seggio, mettere una croce su un foglietto di carta… che fatica inutile! Perché poi? Chissenefrega.
Beh, io sono stufa. Stufa di queste lagne che sono solo uno stupido tormentone. Un alibi non più giustificabile. Non siamo un Paese evoluto, siamo un Paese in cui la maggioranza delle persone è regredita ad uno stadio preoccupante. Incapaci di intendere e volere. Ignavi complici della deriva del futuro delle prossime generazioni che poi sono i loro figli.
Quando padri e madri non si curano dei propri figli sono dichiarati interdetti dalla patria patestà e i servizi sociali glieli sottraggono. Ed è questo che sta drammaticamente accadendo. I figli di oggi hanno dei genitori irresponsabili che stanno pregiudicando il loro futuro con la scusa della sfiducia. La società dei tweet, dei “ciaone”, dei “leoni da tastiera” è tragicamente colpevole di complicità in questo delitto.
di Mira Carpineta