A proposito della situazione economica abruzzese, quali sono le carenze che impediscono ancora la ripresa
economica del nostro territorio?
Ad esempio non abbiamo una ferrovia all’altezza, non c’è aeroporto. Tutto quello che fa muovere l’economia a livello logistico- strutturale manca.
E a proposito di cooperazione tra forze imprenditoriali, sinergie, visione collettiva dell’economia, secondo lei a Teramo o in Abruzzo ci sono?
In realtà credo sia compito della politica favorire una cultura di integrazione e collaborazione.
Forse la colpa della politica è proprio di non aver saputo aggregare gli imprenditori, che molte volte pagano anche uno ”scotto” culturale, perché le imprese teramane sono per la maggior parte molto piccole, con imprenditori autodidatti, individualisti e senza una visione d’insieme.
Marketing e promozione del prodotto territorio, secondo alcuni esperti sono il tallone di Achille della nostra regione e della nostra città. È d’accordo?
In parte. La politica può fare molto per far conoscere le risorse territoriali. Ad esempio l’Expo è un forte veicolo commerciale e sicuramente la Regione, partecipando, ha dato una mano alle imprese. Anche perché la politica non ha più grandi disponibilità economiche per supportare le imprese.
D’altro canto le aziende, dopo anni di crisi di liquidità, di rinuncia agli investimenti, di risorse ne hanno ancora meno. È necessario quindi trovare nuovi modelli per promuovere i prodotti e quindi la ripresa.