Chiediamo agli insegnanti: La manovra finanziaria ha permesso lo slittamento della pensione. Per chi maturerà il diritto dal 1°gennaio 2012, la finestra di uscita slitterà al1° settembre 2013. Quali saranno, secondo lei, gli effetti di questo cambiamento? Rossella Mosca, 46 anni, insegnante d’inglese. “La situazione è complessa. Penso che l’aumento dell’età pensionistica porterà a una ulteriore diminuzione dell’occupazione giovanile, il che non farà altro che alimentare il problema sociale della disoccupazione, già esistente in Italia. Penso che gli effetti siano questi: chi potrà andare in pensione un anno dopo, sicuramente lo farà. Chi non potrà, rimarrà “fregato”, poiché non percepirà la pensione fino all’anno dopo. Certo, ci si può organizzare: gli italiani sono un popolo di risparmiatori, non penso possa costituire un problema; pongo però la questione sulla moralità della cosa, poiché lo Stato potrebbe ridurre privilegi a chi ne usufruisce liberamente, piuttosto che accanirsi sulle famiglie”. Che cosa pensa invece delle “pensioni rosa” e dell’avvicinamento ai 65 anni necessari per ottenere la pensione di vecchiaia? “Penso che, come nel caso precedente, si vada ad alimentare il problema della disoccupazione giovanile, ma vorrei precisare anche che, aumentando l’età pensionistica a 65 anni, le donne pagano anche uno ‘scotto’ sulla qualità della vita: la pensione non è più una tappa necessaria nella vita di un lavoratore, in cuitirare i remi in barca e godersi la vita con la famiglia, i nipoti, gli amici. Slittando l’età pensionistica di 5 anni, infatti, si presentano i primi problemi di salute, i primi acciacchi…e questo cambia tutto perché la pensione da periodo di ‘meritato riposo’ diviene un periodo in cui dedicarsi ad altri, inevitabili, problemi. “Ai giovani: che cos’è uno spread? Federico Giannascoli, 23 anni, studente di Economia e Commercio presso l’Università degli Studi D’Annunzio. “E’ la differenza tra il rendimento dei titoli di stato italiani e quelli tedeschi.”Parliamo d’informazione: in che modo recepisci le notizie di economia e finanza? Ti risultano chiare o poco comprensibili? “Faccio un po’ di fatica. Il problema principale, secondo me, sta nei termini che si usano. A volte non riesco a comprenderli tutti, penso che se si usassero delle parole più comuni la gente capirebbe meglio le notizie, cosa che spesso è difficile”. Quindi saresti favorevole ad un uso di termini più semplici da parte di televisione e giornali. Pensi che, capendo meglio le notizie che vengono date al tg, gli italiani si interesserebbero di più all’economia? “Penso proprio di sì. L’uso di parole comunisarebbero comprese da un numero maggiore di persone, e non solo da chi lavora nel settore economico o finanziario.” A un esperto del settore: Luigi Di Giamberardino, 67 anni, direttore di banca in pensione. Cosa pensa della manovra economica e finanziaria? “L’esigenza di una riforma economica per garantire, entro il 2013 la parità di bilancio è un esigenza indispensabile per il nostro paese, indicata perentoriamente dalla Unione Europea e dalla BCE, dato il bisogno provvedimenti incisivi per ridurre la spesa pubblica, che è un handicap non soltanto per il nostro paese ma anche per gli altri paesi dell’Unione Europea. Non dobbiamo dimenticare che noi siamo quasi a 1900 miliardi di disavanzo, e non abbiamo assolutamente la pretesa di colmare il debito storico del nostro paese, ma quantomeno quello annuale, entro il 2013. Il Governo pensa di poter ottenere questo risultato attraverso una manovra di tagli alle spese ed aumento delle tasse. Non c’è stata invece, nella manovra, una clausola che riguardi la ripresa della produzione e la risoluzione al problema dell’occupazione.” Questa è una grossa lacuna all’interno della manovra, poiché io credo che se non entro quest’anno, per l’inizio dell’anno prossimo ci saranno richieste perentorie, da parte dell’Unione Europea, di provvedimenti che vanno incontro a uno sviluppo della produttività e di riflesso anche all’aumento dell’occupazione”. A proposito della lotta all’evasione fiscale? “Si parla anche della lotta all’evasione fiscale, lotta per altro voluta dal Governo e dal Parlamento, che non rileva, però, miglioramenti consistenti, in quanto bisogna vedere se saranno capaci di individuare i cosiddetti evasori fiscali, quelli che portano all’estero i soldi, a cui hanno permesso di farli rientrare con lo scudo, facendoli pagare solo il 5%, quando avrebbero dovuto pagare anche il 40%; oltretutto, successivamente, questi si ritengono anche in diritto di portarli nuovamente all’estero. Secondo il mio punto di vista, bisognava fare la cosiddetta “Patrimoniale”, sui conti che superano i 500 milioni di euro, mettere un imposta in percentuale, andando a colpire ovviamente i grandi capitalisti del nostro paese, invece che ricadere sempre sui cittadini comuni, che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese”. A una mamma: cosa rappresenta l’aumento dell’Iva, introdotta dalla manovra? Laura, 29 anni, mamma di due bambini. “L’aumento dell’Iva corrisponde ad un aumento del prezzo dei prodotti. Sono a conoscenza del fatto che non venga applicata a tutti i beni sul mercato, ma solo ad alcuni, come per esempio la benzina. Trovo che faccia parte di un aumento di tasse che gli italiani conoscono bene, poiché ogni volta che ci sono tagli da fare per la crisi economica, per le varie riforme e manovre finanziarie, quelli che ci rimettono sono sempre i consumatori”.